C’è una nota affermazione dell’apostolo Paolo in cui dice: Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto. [1]
Ho sempre considerato piuttosto strano che un discepolo di Cristo dicesse una cosa del genere. Da osservatori sobri, potremmo dire: “Se non vuoi una cosa, allora non farti coinvolgere”. Recentemente ho riconsiderato questo punto di vista e questo articolo ne è una riflessione.
Credo che Paolo abbia colto nel segno: ha parlato di un problema fondamentale, strutturale. Qual è dunque la causa che ci spinge a fare cose che non vogliamo? Ebbene, tutto ha a che fare con i triangoli equilateri e irregolari.
Per capire qualcosa di questo problema, dobbiamo ordinare in qualche modo i nostri pensieri. Per ottenere maggiore chiarezza iniziamo dall’Altissimo e poi scendiamo verso il basso. Parlare del Creatore è sempre una questione delicata, che non va presa alla leggera, ma dobbiamo farlo per fare chiarezza.
Il Triplice Logos
Gli Insegnamenti Universali parlano del Santo Triplice Logos e dei sette Spiriti davanti al trono di Dio. In modo simbolico possiamo rappresentare questa trinità divina come un triangolo equilatero con tre aspetti: Padre – Madre – Figlio, oppure: Potenza – Sapienza – Amore.
Due cose importanti da tenere a mente, perché ci serviranno in seguito. Il triangolo divino è equilatero, cioè i tre lati sono in perfetto equilibrio. In secondo luogo, il Figlio, l’Amore universale, è la base unificante del triangolo e una proiezione del vertice, dove si incontrano gli altri due aspetti.
Ora scendiamo di un gradino. Nelle Scritture si dice che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza [2].
Quindi, nella creazione originale e pura dell’uomo troviamo questa triplice unità divina come Spirito, Anima e Corpo. In altre parole, come essere spirituale l’uomo era in equilibrio e viveva in unità e armonia con l’universo.
Il piano materiale
Ora scendiamo di un altro gradino e ci vediamo nel regno materiale. Su questo piano sperimentiamo che la vita è governata dalle polarità, dalla dualità di forze opposte. Sul piano materiale c’è ancora un riflesso del triangolo divino, ma non è più equilatero, è diventato distorto. Riconosciamo questi tre aspetti in noi stessi come i tre centri di coscienza, uno nella testa, uno nel cuore e uno nel bacino.
Anche se il triangolo umano è distorto, è ancora uno strumento molto magico, dove tutto il nostro potenziale magico si esprime nel pensiero, nel sentimento e nella volontà: testa, cuore e mani. Ma un triangolo distorto e squilibrato porta a risultati disarmonici. Questa disarmonia si manifesta in tre diversi tipi di persone: il tipo intellettuale (testa), il tipo emotivo (cuore) e il tipo attivo/dinamico (mani).
Ritengo che la citazione di Paolo indichi questo problema strutturale di squilibrio. Usiamo il nostro triangolo magico ogni giorno, è la base della nostra vita. Ma quali sono i risultati? Facciamo qualche esempio. Agisco sulla base dell’amore (emozione), ma senza saggezza. Sono sicuro che i genitori riconosceranno questo esempio: Concedo troppo a mio figlio. Qual è il risultato? Agisco sulla base delle mie capacità intellettuali, ma senza amore. Dico a qualcuno la mia fredda e mentale verità, ma per l’altra persona è dannosa, gli provoca dolore. Qual è il risultato? Oppure agisco d’impulso, con forza dinamica, ma senza un buon piano, senza averci pensato bene. Il risultato non sarà forse il caos? E che dire di questo: Ho una saggezza suprema, ma non agisco di conseguenza. Il risultato non sarà forse l’infruttuosità?
Non è difficile capire che tutte queste azioni unilaterali (basate su un lato del triangolo) hanno effetti negativi. Conflitti, dolore e caos sono i risultati. È così che siamo, è così che è il mondo.
L’Universo
L’Universo, tuttavia, visto come proiezione del triplice Logos, è in equilibrio. L’Universo è governato da unità, armonia e ordine. Questa unità divina è protetta da una legge assoluta che chiamiamo karma. Il karma è la legge di causa ed effetto, ma è anche la legge dell’equilibrio: reagisce e neutralizza le attività devianti e ristabilisce l’unità e l’armonia dell’Universo. Se gli esseri fondamentalmente squilibrati (noi) agiscono in un universo equilibrato, subiranno sempre una forza correttiva. Il loro “male”, inteso come squilibrio, come mancanza di completezza, innesca la legge karmica.
Allora possiamo chiederci: perché il triangolo umano è squilibrato? Questo squilibrio è il risultato di un fattore mancante. Ricordiamo che il vertice del triangolo è l’unità degli aspetti del Padre e della Madre. La base, il Figlio, l’Amore universale, è una proiezione di questa unità. In altre parole: il triangolo equilatero è un’unità di Spirito, Anima e Corpo.
L’umanità però, nella sua profonda discesa nella materia, ha perso il legame con lo Spirito. Ciò significa che i sette raggi dello Spirito non possono colmare la nostra anima con la completezza divina, con l’armonia celeste. Ma se manca il vertice del triangolo, manca anche la base unificante. La nostra anima è scollegata. Senza guida e senza il potere unificante dell’Amore cadiamo preda delle forze dualistiche della natura. Esse ci rendono schiavi perché siamo come loro e siamo costituiti da poli incompatibili.
Il triplice ego
Come già sottolineato, gli esseri umani hanno tre centri di coscienza: la testa, il cuore e le mani. Questa triplice coscienza dell’ego è una proiezione distorta e degenerata del triangolo divino. Quando abbiamo il coraggio di indagare su noi stessi in modo oggettivo, scopriamo che non c’è unità, né armonia tra i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni o volontà.
Cosa possiamo fare per ripristinare l’equilibrio divino in noi stessi? Sono necessarie due linee d’azione. La prima è dall’alto verso il basso: dobbiamo riattivare il nostro potenziale spirituale prestandogli attenzione. Dobbiamo concentrare le nostre energie sul nostro centro, sul nostro nucleo spirituale, sul nostro “Primo Amore”. In secondo luogo, dobbiamo spianare la strada a questo potenziale spirituale, neutralizzando il più possibile la disarmonia del triplice ego. Questo è l’approccio dal basso verso l’alto. Se permettiamo all’ego di essere ripulito e purificato nei tre centri di coscienza, allora diamo allo Spirito la possibilità di agire attraverso questi centri. Allora vediamo due triangoli avvicinarsi e fondersi, formando così il sigillo di Salomone, la stella di Davide.
Ascolta Lao Tzu
Come neutralizzare la triplice coscienza squilibrata dell’Io? Dobbiamo acquisire la conoscenza di noi stessi sul funzionamento del nostro triangolo magico. La vita stessa ci viene in aiuto. Qualcuno mi dice qualcosa di poco gentile e io lo colpisco in testa. Ora inizio ad analizzare il mio comportamento. Guardo il triangolo e concludo: l’aspetto dinamico (mani) era in ordine nel senso dell’attività, ma nella direzione sbagliata, perché l’aspetto della saggezza (testa) era molto debole e l’aspetto dell’amore (cuore) mancava del tutto. Così ho attivato la legge karmica e ho portato infelicità a qualcun altro e a me stesso. È così che impariamo.
Come posso migliorare questa situazione? Ascoltando Lao Tzu. Egli dice: “Wu Wei”. Wu Wei è l’atto di non agire, l’atto di neutralizzazione nel potere del Cristo vivente. Questo diventa il rimedio appropriato per il mio comportamento impulsivo. E ora, grazie alle mie esperienze precedenti, alla mia crescente autoconoscenza del triangolo magico e ai consigli di Lao Tzu, divento più equilibrato. La prossima volta che qualcuno fa un’osservazione offensiva, dico: “Sì, hai perfettamente ragione, sono uno sciocco squilibrato”. Forse percepite il potere nascosto e la gioia interiore di una simile reazione di neutralizzazione. In questo caso, la forza contraria non potrà tirarmi dentro, perché non sono unilaterale, non sono una polarità. La pienezza del triangolo divino equilibrato, Potere – Saggezza – Amore, rende una persona invincibile.
Nell’antico vangelo gnostico della Pistis Sophia, l’essere umano decaduto è descritto come una composizione di “metà fuoco e metà tenebre”. Si tratta del fuoco delle nostre attività dinamiche e delle tenebre del nostro cuore e della nostra testa. Questa combinazione ci rende molto distruttivi e anche autodistruttivi. Solo equilibrando il nostro essere, attraverso la fusione del triangolo divino e umano, possiamo ripristinare l’antica gloria dell’uomo: la triplice unità di Spirito, Anima e Corpo.
The Ancient of Days
Forse conoscete il dipinto The Ancient of Days (Il Vegliardo) di William Blake. Lì vediamo due raggi della creazione, due lati di un triangolo che si unificano al vertice, la loro origine.
Il terzo aspetto, l’Amore universale unificante, non viene mostrato in questo dipinto. Ciò non significa che il terzo aspetto non esista, ma che è ancora nascosto, non ancora manifestato. Il nome “‘The Ancient of Days” è usato nel libro di Daniele dell’Antico Testamento e si riferisce al Creatore. Trovo molto interessante che siano raffigurati solo due raggi, perché la fase dell’Antico Testamento è governata dalle polarità, ci mostra la vita sotto il dominio della legge karmica.
A mio avviso, la fase dell’Antico Testamento esisterà sempre, perché fa parte della creazione. Ma non è l’ultima Parola! La fase del Nuovo Testamento esiste allo stesso tempo, ma per viverla, per renderla una realtà viva, il Verbo deve farsi carne! Ciò significa che all’Antico Testamento non segue automaticamente il Nuovo Testamento, ma che noi stessi dobbiamo manifestare il terzo aspetto, l’Amore Universale che fa nuove tutte le cose. Noi stessi dobbiamo scegliere consapevolmente a quale parte della creazione vogliamo appartenere.
Se rimaniamo nella fase antica della creazione, rimaniamo in una realtà divisa e spezzata. Allora ci saranno sempre conflitti, disarmonie e infelicità. Ecco perché la seguente citazione di Paolo è così accurata: E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sarei nulla. [3]
Senza il terzo aspetto, l’Amore unificante del Cristo vivente, non possiamo progredire perché il pendolo delle forze opposte detta la nostra vita. Lao Tzu chiamava questa realtà delle “diecimila cose”. Tutte le cose sono disperse senza unificazione. Nel regno delle diecimila cose, abbiamo le pietre da costruzione, ma non abbiamo il cemento per forgiarle in un’unità. È per questo che stiamo sempre costruendo la torre di Babele.
La soluzione? L’Amore universale del Cristo cosmico vivente è onnipresente. Il terzo lato del triangolo è sempre stato una possibilità potenziale. Dobbiamo solo sceglierlo!
E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare [delle diecimila cose] non c’era più. [4]
[1] Romani 7-15
[2] Genesi 1:27
[3] 1 Corinti 13:2
[4] Apocalisse 21:1