Come pensare a Dio?

We can think of God – provided we become God. That is, when the divine nature has been revivified.

Come pensare a Dio?

Forse vi ponete la domanda: «Come possiamo pensare a Dio?»
Questa domanda contiene due interrogativi. Il primo: di quale arte e qualità dovrebbe essere il pensiero con cui possiamo pensare a Dio? E il secondo: quale tipo di Divinità Dio rappresenta?

Queste domande potrebbero essere audaci, ma non lo sono per quelle persone che si sforzano di abbattere i muri apparentemente immobili della vita e della percezione comuni. Per queste persone, tali domande sono essenziali, poiché essi sono interessati all’essenza della vita umana e al suo significato.
Nel contesto del nostro presente, in un giorno del XXI secolo, e della coscienza individualizzata e razionale dell’uomo, insieme al suo scetticismo postmoderno, siamo costretti a definire nuovamente il significato della divinità.

La nostra tecno-scienza planetaria ha sostituito l’onnipotenza di Dio.
Sullo sfondo del punto fisso assoluto, siamo solo in grado di esprimere ciò che la divinità non è, piuttosto che ciò che è. Dopo duemila anni di cultura europea religiosa e clericale, le persone ora sperimentano che Dio non può essere antropomorfo, suscettibile di essere raffigurato da una certa immagine. Il Dio antico personificato sarebbe davvero difficile da accettare al giorno d’oggi.

Possiamo sostenere questo, anche se conosciamo gruppi di persone che hanno ancora bisogno di un accesso autorevole e mediato alla divinità. Ci sono però persone che anelano a un accesso diretto e non mediato alla divinità. Questi ultimi desiderano risvegliare l’archetipo, il riflesso di Dio esistente nel nucleo interiore di ogni essere umano.

Queste persone non attendono spiegazioni, non ascoltano prediche, conferenze o corsi e non cercano iniziazioni nel senso esteriore. Desiderano solo lo Spirito, le loro anime assetate aspirano al rinnovamento. Rinnovare certi aspetti dell’anima non è però sufficiente, essi desiderano un cambiamento fondamentale, una trasformazione della natura essenziale, cioè una trasfigurazione, qualcosa di essenzialmente e completamente nuovo. Vedono il divino come una forza, un’energia, un flusso di rinnovamento, una luce, un’attrazione. Tutto questo non in un significato profano, ovviamente.

Ogni essere umano sperimenta gradualmente quanto segue: ciò che all’inizio pensava e sentiva come la più alta astrazione, ora diventa una realtà effettiva. Qualcosa come un concreto e non definito, Innominato Dio sta sorgendo. È la relazione tra l’interiorità dell’uomo e l’idea del principio della creazione.

Il termine “astrazione” suggerisce una distanza tra sé e la realtà. Di solito è qualcosa che possiamo pensare o percepire come un’emozione o un sentimento (ad esempio amore, gioia). L’idea originale del Padre-Madre-Creatore si manifesta certamente come un’idea astratta. Ma mentre questo nuovo senso della Divinità si manifesta gradualmente nella materia, noi siamo in grado di aprirci sempre di più ad essa, accettarla e riconoscerla. E così diventa più reale e concreta per noi.

Per noi il reale è ciò che è disceso fino in fondo alla nostra coscienza personale, ed è quindi vissuto come completamente reale. Rinnoviamo quindi la nostra domanda in un modo leggermente diverso: «Possiamo pensare a Dio come reale e concreto?» Supponendo che la coscienza sia parte di un essere umano… la domanda è: «Può Dio manifestarsi nell’essere di un umano?»

La risposta è: «Sì, la Divinità può manifestarsi nell’essere umano». I Rosacrociani pensano persino che questa sia una legge naturale, una necessità. Quando i tempi saranno maturi, ogni singolo essere umano potrà sperimentarlo. Ma ciò non accade automaticamente. Può manifestarsi solo con una preparazione cosciente e un lavoro interiore.

Così com’è, la Divinità è per molti un concetto molto astratto. Alcune chiese posticipano la resurrezione e l’esperienza del divino in un futuro sconosciuto, o addirittura nell’aldilà.

Questa visione esclude la “venuta nella carne”, l’effettiva e possibile manifestazione di Gesù (come livello interiore di equanimità, amore e Divinità) all’interno del sistema umano. In questa prospettiva non è possibile iniziare il fondamentale rinnovamento strutturale, e la resurrezione nel proprio corpo. Tale essere umano non “abita ogni giorno con Dio”, cammina semplicemente alla cieca intorno a una montagna piena di tesori, incapace di trovare l’ingresso.

Di tanto in tanto reagiamo tutti in questo modo. Ogni volta che ci rifiutiamo di ascoltare, ritardiamo il forte desiderio di attuare certe misure. Includendo invano una vaga immagine o un ideale astratto, che non si materializzerà mai.
Concedeteci che anche il pensiero umano deve subire una trasformazione. Antichi templi di pensiero, sentimento e azione devono essere abbattuti passo dopo passo, in modo da costruire gradualmente nuovi templi. Essi diventeranno vasi adeguati, forme che potranno afferrare e contenere l’idea divina.
 
Gli impulsi del Logos si irradiano, secondo la loro stessa legge. Noi, l’umanità di questa terra, dobbiamo imparare ad ascoltare, ad aprirci a questi impulsi e ad agire conformemente ai loro effetti.
Possiamo pensare a Dio – purché diventiamo Dio. Cioè, quando la natura divina è stata vivificata nell’uomo.
C’è un’altra domanda: «Quindi, dov’è questo Dio? Fuori o dentro?» Una risposta molto appropriata è contenuta nelle parole di Ermete Trismegisto, nell’inno di Ermete:

Canto di lode di Ermete

Chi potrebbe lodarTi secondo il tuo valore?
Dove dovrà dirigersi il mio sguardo nel lodarTi?
Verso l’alto, verso il basso, verso l’interno o verso l’esterno?
Non c’è via, né luogo, né creatura che si trovi fuori di Te.
Tutto è in Te, tutto è da Te.
Tu doni tutto e non prendi nulla, poiché Tu possiedi tutto
e niente c’è che non Ti appartenga.

Quando canterò lodi a Te?
Infatti, è impossibile conoscere la tua ora e il tuo tempo.

Perché canterò lodi a Te?
Per le cose che hai creato
o per le cose che non hai creato?
Per ciò che hai manifestato
o per ciò che tieni celato?

Con che cosa canterò lodi a Te?
Come se qualcosa mi appartenesse!
Come se possedessi qualcosa di mio!
Come se io fossi un altro rispetto a Te!

Infatti, Tu sei tutto ciò che io posso essere.
Tu sei tutto ciò che io posso fare.
Tu sei tutto ciò che io posso dire.
Tu sei tutto, nulla esiste al di fuori di Te.
Tu sei, addirittura, ciò che non esiste.
Tu sei tutto ciò che è nato, e tutto ciò che non è nato.
Tu sei Spirito quando vieni contemplato dall’Anima-Spirito.
Sei Padre quando dai la forma al mondo.
Sei Dio quando ti manifesti come forza attiva, universale.
Sei il Bene perché hai creato tutte le cose.

Più sottile della materia è l’aria.
Più sottile dell’aria è l’anima.
Più sottile dell’anima è lo spirito.
Più sottile dello spirito è Dio.

 

 


[1]Mucha, Ivan (2015): Proměny práva a společnosti (Promoting law and society). Plzeň: Aleš Čeněk, p. 123–132

[2] See ancient Greece, gnosticism or the name of God Jehova, which cannot be articulated.

[3]Van Rijckenborgh, Jan: Egyptian Arch-Gnosis, part 2. Haarlem: Rozekruis Pers, chap. 33

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Informazioni sull'articolo

Data: Settembre 4, 2018
Autore / Autrice : Olga Rosenkranzová (Czech Republic)

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