Transizione

Ci viene chiesto di prendere una decisione molto precisa, di riallinearci.

Transizione

Osserviamo le transizioni intorno a noi nel mondo: l’approssimarsi di una tempesta, un bocciolo che esplode in un fiore, l’acqua bollente che si trasforma in vapore. La natura di questo mondo è transitoria: transizioni.

Non c’è dubbio che il mondo stia cambiando. Non è più un “forse”, ma un fatto reale. Il cambiamento genera paura da un lato e gioia dall’altro. Il cambiamento può portare alla soppressione o alla libertà. Affinché il cambiamento avvenga, è necessario che ci sia un periodo di transizione, di adattamento a qualcosa di diverso. Un riallineamento. Il passaggio da una cosa all’altra non è sempre facile: può esserci uno sconvolgimento, una crisi se si resiste al cambiamento, oppure un facile adattamento, un passaggio agevole se si è in grado di abbandonarsi al cambiamento. In ogni transizione c’è sempre un punto di svolta, in cui si colma un vuoto e si prende un’altra strada, una direzione diversa. Prima che ciò accada, c’è un’intensificazione graduale o rapida, fino a un punto in cui si sente di non poterne più, di averne abbastanza. Una pressione o una vibrazione intensa e, all’improvviso, una liberazione in qualcosa di nuovo che richiede un adattamento per un certo periodo di tempo. Non si può tornare indietro senza gravi conseguenze, non si possono fare le cose alla vecchia maniera.

Bisogna andare avanti.

Ogni giorno facciamo delle transizioni nel nostro comportamento, nei nostri schemi di pensiero, nelle nostre emozioni. Le consideriamo naturali, parte di ciò che siamo, parte della nostra vita. La prima transizione è ovviamente il risveglio, il passaggio dallo stato di sonno alla consapevolezza della giornata, e l’ultima è il ritorno al sonno alla fine della giornata. Nel mezzo, una miriade di transizioni più piccole e più grandi – emozioni, idee, pensieri, azioni – di cui siamo consapevoli e di cui abbiamo apparentemente il controllo in varia misura. E altri che semplicemente scorrono con noi, come il passaggio dal giorno alla notte, tutti i vari processi corporei che avvengono automaticamente dentro di noi, senza i quali non potremmo vivere. E tutta una serie di altre cose, influenze invisibili, eventi fisici che ci accompagnano nel nostro mondo e nella nostra vita quotidiana. Potremmo tranquillamente dire che il nostro mondo è in costante transizione, in costante movimento, che passa da una cosa, da un luogo, da un evento all’altro. Ma c’è una transizione di cui per lo più non siamo consapevoli. Una transizione che ha la sua origine al di fuori del nostro mondo, al di là della nostra coscienza quotidiana. Una transizione che ci chiama, ci chiede di riallinearci a una realtà totalmente diversa.

Questa transizione comporta una decisione considerevole, un abbandono definitivo di tutto ciò che è vecchio e conosciuto per abbracciare qualcosa di nuovo. Ci viene data l’opportunità di farlo ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo. Che cosa comprende questa transizione? Che cosa comporta?

Innanzitutto il riconoscimento della necessità di cambiare, la disponibilità a subire un cambiamento.

In secondo luogo, un processo consapevole e inconsapevole di purificazione interiore ed esteriore – del cuore, della mente, dell’intera vita.

In terzo luogo un lasciar andare, un lasciar andare tutti i legami terreni non necessari. Creare uno spazio interiore ed esteriore per far crescere qualcosa di nuovo.

In quarto luogo, diventare consapevoli di passare da una vibrazione, quella della terra così come la viviamo, a una vibrazione più elevata.

Finalmente un punto di svolta per un periodo di tempo più o meno lungo: respirare in un nuovo spazio, in una nuova atmosfera. Un’atmosfera che non è quella della nostra terra, ma che è comunque sempre intorno a noi. Desiderare quell’atmosfera, confidare nella sua esistenza. Morire al vecchio, vivere nel nuovo.

Quando finalmente faremo una scelta consapevole, ci troveremo di fronte a una guerra interiore: i vecchi modi che vogliono ristabilire la loro sovranità, il nuovo che aspetta l’opportunità di prendere le redini. Il processo può richiedere molto tempo o essere rapido. Dentro di noi stiamo lasciando un mondo e stiamo entrando in un altro.

Le circostanze esterne cercheranno di trattenerci, gli amici e i parenti anche. Ma come veri pellegrini continuiamo ad andare avanti, non diventando indifferenti a queste circostanze, ma abbandonandoci a una chiamata interiore e permettendo che diventi più forte, che ci tiri fuori dal pantano appiccicoso per raggiungere i pascoli della pace interiore.

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Informazioni sull'articolo

Data: Gennaio 10, 2023
Autore / Autrice : Pam Wattie (Australia)
Photo: by CapeCom on Pixabay

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