La terza straordinaria abilità: Ottenere e ricercare esperienze di prima mano
Eccoci dunque alla terza capacità prodigiosa, che gioca un ruolo essenziale nella ricerca della consapevolezza. Questa capacità è di particolare importanza, perché le persone spesso si sforzano consapevolmente di ottenerla. La terza capacità prodigiosa dell’uomo è quella di essere in grado di ottenere esperienze di prima mano e anche di essere in grado di trovare o escogitare approcci che possano portare a esperienze di prima mano. Lo vediamo riflesso nella nostra vita e in massa intorno a noi. Basti pensare alle aspirazioni di molti di “vedere il mondo” e quindi viaggiare il più possibile e fare esperienze personali. Ma il principio è più facile da chiarire con un esempio: sperimentare la neve invece di limitarsi a leggerne. L’esperienza diretta è sempre molto più intensa che leggere una descrizione della neve. E se abbiamo una domanda, o sentiamo o leggiamo qualcosa che ci sembra interessante, possiamo escogitare dei piani per sperimentarla in prima persona.
Il valore di questa capacità sta nel fatto che non possiamo trasferire esperienze di prima mano ad altre persone, perché per gli altri è sempre una conoscenza di seconda mano. Anche se sperimentiamo qualcosa con amici o familiari, o in un gruppo più grande, ogni persona la sperimenta in modo leggermente diverso. Rimane un’impossibilità di trasferire la mia esperienza di prima mano a qualcun altro. Al massimo si può raccontare o scriverne o farne un video, ma sono tutte informazioni di “seconda mano” e non l’esperienza stessa. La capacità di fare esperienze di prima mano e di escogitare modi per fare esperienze di prima mano non può essere aggirata ed è indispensabile se vogliamo davvero dare a qualcosa di vitale importanza un posto nella nostra vita. Questo spiega anche perché è un obiettivo per molte persone sperimentare le cose in prima persona.
Ma quando si tratta di domande sul senso della vita, queste risposte si dimostrano più difficili da ottenere di qualsiasi altro argomento. Come possiamo allora trovare una strategia? Immaginate di sottoporre la questione a uno psicologo. Uno psicologo non se ne uscirà subito con commenti come:
Non pensarci troppo,
Ma piuttosto porrà domande come:
Come ti senti quando ti sembra così impossibile realizzare la tua esperienza reale su questo tema?
oppure:
Cosa pensi che sia necessario per fare progressi su questo argomento nella tua vita?
Se ci avviciniamo a un taoista o a un maestro zen con la stessa domanda, non sentiremo nessuno dei due dire:
Non cominciare; è troppo difficile…
Ci aspettiamo piuttosto di ricevere un consiglio che vada un po’ più in là di quanto possiamo immaginare noi stessi e possibilmente una proposta per un primo passo del nostro stesso approccio. Questi esempi servono solo a ricordare che le persone spesso saltano qualche passo quando si trovano davanti una domanda apparentemente troppo grande, o una domanda che le rende emotive e insicure. Ma se iniziamo con alcuni passi più piccoli e ovvi, se ci prendiamo un momento di introspezione, cosa manca per poter arrivare al passo successivo?
Tre abilità prodigiose in combinazione con un’altra
Ora è importante ripensare alla precedente capacità prodigiosa, cioè l’intelligenza di formulare domande profonde e corrette sulla vita. Allora perché non dovremmo essere in grado anche noi di sforzarci intelligentemente di affrontare le domande profonde? Quello che forse manca è il coraggio di iniziare? Non potremo mai cancellare questo argomento dalla nostra vita e l’informazione indiretta non è una nostra esperienza. Prima o poi dovremo imparare a perseverare, per raggiungere un risultato su una questione inerente la nostra vita. Perché dovremmo allora lasciare che qualcuno ci dica di lasciar perdere?
La nostra umanità non può essere completa senza le nostre capacità “meravigliose”. Più che essere “troppo difficili”, sono invece parte di ciò che ci definisce come esseri umani. Il consiglio di evitare di prestare attenzione a questo – per quanto ben intenzionato – non può essere il consiglio più comprensivo e amorevole. Le nostre “capacità” non scompariranno improvvisamente e le domande, benché sepolte nel profondo di noi stessi, troveranno sempre la via del ritorno alla nostra coscienza.
Per iniziare, dobbiamo essere coraggiosi, avere il coraggio di aprire il nostro cuore e contare sulla nostra capacità di capire il prossimo passo, o almeno un approccio. Sta a ciascuno di noi fare almeno un tentativo. Se non riusciamo a pensare subito al prossimo passo, possiamo anche stare in silenzio per un momento o aspettare e non allontanare le nostre domande profonde, ma portarle con noi sullo sfondo della nostra vita, e poi vedere cosa succede loro. Tutto ciò che sperimentiamo noi stessi, possiamo condividerlo con gli altri. Anche se è indiretto, parlarne può comunque significare molto. Come possiamo scoprire altrimenti se ci sono persone con esperienze simili o complementari?
Il valore di ogni nostra esperienza, anche se è così piccola, diventa tanto più grande quando prendiamo coraggio, aprendoci a qualcosa che ancora non conosciamo e che è un argomento delicato per noi. Alla fine questo ci porta anche a quella che può essere la nostra capacità più meravigliosa e preziosa: condividere esperienze e intuizioni crea comprensione e senso di appartenenza. Una connessione basata su esperienze di prima mano e sullo scambio franco tra le persone. Tutti noi portiamo dentro il desiderio di questa connessione, con un fine aperto, niente di esclusivo, niente di completamente impegnato, ma nella speranza e nell’amore andando avanti su un sentiero pieno di intuizioni e, chissà, anche di saggezza…