Ho portato una piccola pianta nelle mie mani e,
dolcemente, le ho raccontato della sua nuova casa.
In silenzio, la piantina mi ha parlato,
allegra e paziente,
con una calma assoluta.
L’ho vestita con un vaso bianco, grande e fiorito,
fatto di acqua di fiume, fuoco e argilla.
Si è dissetata con l’acqua e la luce
e ha steso dolcemente i suoi rami nell’aria.
È rimasta tranquilla in un angolo,
non importava l’ora del giorno
o se c’era il sole, la neve o la pioggia.
Chiunque si avvicinasse,
la pianta ascoltava attenta,
con gentilezza e affetto,
e illuminava, senza giudicare,
ciò che riceveva da loro,
aiutandoli a conoscersi lungo il cammino.
Apparentemente immobile,
ma sempre in movimento,
nel ritmo che solo la natura conosce.
Mentre cresceva sempre più in alto,
respirando aria più sottile e pura,
penetrava in profondità nell’umida madre-terra,
intrecciando le radici per toccare i minerali e gli esseri viventi.
In inverno non temeva il freddo,
si godeva il cielo azzurro e le montagne bianche.
In primavera era abbagliante,
ornata di bellissimi fiori arcobaleno,
che emanavano una dolce fragranza.
Assorbiva il sole estivo e, nella sua verde chioma,
rinfrescava la stanchezza di tutti i passanti.
In autunno si vestiva d’oro e di rosso.
I suoi frutti maturi coloravano la terra
e rilasciavano i loro piccoli semi,
che germogliavano con forza ovunque cadessero.
La piccola pianta non è mai nata né morta.
Vive in segreto nei nostri cuori.
Ha solo bisogno di ciò che è necessario,
né di eccesso, né di mancanza.
Siamo come la luce di questa piccola pianta
e, uniti, siamo un giardino
che fiorisce nei nostri cuori.
In questo modo, passo dopo passo,
la fraternità germoglia sul sentiero
che conduce all’unica fonte di amore e di acqua
per trasformare noi tutti, e l’intera umanità.
