Sette centri energetici
Il corpo materiale e i corpi sottili sono settemplici. Nei corpi sottili vi sono sette centri energetici che nutrono il corpo materiale con tutte le forze e le qualità di cui ha bisogno. Si chiamano chakra.
Il settimo chakra, il centro di energia più elevato, è collegato all’epifisi, la ghiandola pineale. Genera il bioritmo ed è un trasformatore neuroendocrino.
Poi ci sono i seguenti sei chakra:
(6) Ipofisi o ghiandola pituitaria: coordina tutti i circuiti di controllo ormonale e stimola l’armonia.
(5) Ghiandola tiroidea: associata all’attività tiroidea e alle funzioni vocali.
(4) Cuore: controlla la funzione cardiaca, la funzione respiratoria e il timo.
(3) Plesso solare: controlla il plesso solare e gli organi addominali superiori.
(2) Ghiandole digestive: facilitano la digestione e la trasformazione degli alimenti.
(1) Ghiandole sessuali: controllano le funzioni sessuali e l’escrezione.
I tre centri di energia inferiore hanno condotto con successo il nostro essere biologico attraverso l’evoluzione. Sono collegati alla modalità di sopravvivenza e a tutte le sue diverse esigenze.
Nel mezzo c’è il chakra del cuore. Media, per così dire, tra l’essere umano inferiore e superiore. Incarna la soglia dove l’essere biologico incontra l’aspetto spirituale. È il luogo in cui l’egoismo della lotta per la sopravvivenza può trasformarsi in fecondo altruismo. I tre chakra superiori hanno potenzialmente accesso agli aspetti superiori del nostro essere. Tramite il chakra della laringe si può pronunciare una parola ispirata o distruttiva, a seconda del nostro stato di coscienza. L’ipofisi è la ghiandola maestra che guida la nostra intera regolazione ormonale e stimola l’armonia. Qui si decide se una persona è guidata da pulsioni elevate o se rimane imprigionato in istinti animali inferiori.
L’epifisi è come un organo di luce che ci dà la possibilità di assorbire non solo la luce visibile, ma anche gli impulsi di luce spirituale. Grazie a questo settimo chakra, l’essere umano è in grado di ricevere luminose esperienze da dimensioni cosmiche superiori, attraverso la normale esperienza sensoriale della luce.
Revisione ed elaborazione della vita passata
Quando moriamo, questi potenziali energetici attraverso i quali l’energia cosmica entra nel corpo, si liberano lentamente dall’ancoraggio fisico e lasciano il corpo materiale. Con la morte cerebrale e questo leggero allentamento dei sottili potenziali energetici, ha luogo l’importante revisione. Con essa, il sistema vitale inizia a raccogliere le informazioni essenziali della vita passata nell’essere anima-spirito, in modo che possano essere utilizzate per una successiva incarnazione.
Quando viene eseguita una procedura di espianto degli organi in anestesia, la respirazione artificiale e il mantenimento della funzione cardiovascolare possono continuare per molte ore. È difficile quindi immaginare come il processo essenziale del progressivo distacco del morente da questa sfera terrena possa avvenire senza problemi.
Non appena tutti gli organi utilizzabili sono stati rimossi, il mantenimento artificiale della vita si interrompe bruscamente. Come confermano le esperienze di pre-morte, la nostra coscienza non è legata al cervello e continua a esistere al di fuori del nostro organismo; possiamo così percepire le manipolazioni che vengono eseguite sul nostro corpo. In quale misura possiamo farlo? Dipende dal livello di sviluppo della nostra coscienza.
Tutti i fluidi vitali dell’individuo, concentrati nella memoria di ogni cellula, vengono quindi divisi e poi trapiantati nel ricevitore di organi, che è un estraneo, un estraneo per ogni cellula. La sua coscienza corporea è completamente diversa. Gli eteri vitali dell’organo donato sono trapiantati in questo altro corpo e continuano a vibrare secondo la loro chiave vibrazionale originale, anche se ora sono sotto l’influenza di una nuova individualità.
Il corpo eterico, il vero corpo vitale che ci mantiene in vita nella materia, è un organismo olistico e coerente, proprio come il nostro corpo materiale. Quando moriamo, si distacca dal corpo materiale nel suo insieme ed entra nel mondo sottile dell’aldilà dove si dissolverà lentamente. Nel corso di questo processo, le esperienze della vita passata vengono trasferite nella struttura mentale e spirituale. Nel tempo immediatamente successivo alla “morte”, gli eteri sono ancora attivi nel vivificare tutti gli organi del corpo materiale, altrimenti gli organi sarebbero morti e quindi non trapiantabili. Attraverso la rimozione di un organo avviene quindi una frammentazione artificiale del doppio eterico della persona interessata.
Si pone la questione di come ci si possa integrare armoniosamente nel mondo sottile con questo “indumento perforato e frammentato”, in modo da poter affrontare l’elaborazione della biografia personale e la lenta dissoluzione del vecchio abito corporeo, e prepararsi quindi per una nuova incarnazione che, arricchita dalle esperienze della vita passata, consentirà un sviluppo verso l’alto.
Relazione tra il donatore di organi e il ricevente
C’è un ulteriore aspetto. Potrebbe essere difficile per le anime a cui sono state espiantate degli organi, intraprendere il viaggio verso le più alte vibrazioni della luce dopo che hanno lasciato i loro corpi, perché una parte del loro corpo etereo, che è un’immagine esatta del corpo fisico, è ancora attivo in un essere umano vivente sul piano fisico. Ciò può comportare una connessione artificiale con le sfere vicine alla Terra e con un’altra persona (il destinatario dell’organo).
A seconda delle differenze nella qualità di vibrazione del doppio eterico del donatore di organi e del ricevente, l’impianto potrà avere un buon esito oppure no. Normalmente, l’organismo ricevente cerca di respingere qualsiasi organo estraneo.
Una persona morente non è una scorta di pezzi di ricambio. L’aspetto divino-spirituale, che agisce nel corpo naturale, rende ogni persona un individuo particolare e unico. Solo con la moderna farmacologia è possibile sopprimere la reazione di rigetto, in modo che l’organo impiantato svolga la sua funzione fisiologica nella matrice estranea. Tuttavia, la vibrazione eterica propria dell’organo donatore rimane attiva per un certo tempo.
Soprattutto dopo i trapianti di cuore, si osservano a volte chiare reazioni di alienazione nel comportamento dei riceventi, come se gli impulsi della matrice di informazioni del donatore continuino a vibrare.
Cerchiamo di esaminare questo argomento al livello più profondo degli insegnamenti della saggezza tradizionale, da cui attinge tutta la saggezza che sia mai stata ricevuta o testimoniata dall’esperienza.
Appare così un aspetto completamente nuovo nella nostra conoscenza di sé, e anche sulla questione del significato della nostra vita. In queste situazioni esistenziali, tutto dipende da come siamo capaci di decidere con il massimo grado di autonomia interiore.
(continua)