C’erano tre gruppi principali all’interno dei popoli celtici e i bardi giocavano un ruolo speciale.
I bardi erano cantanti e poeti itineranti. Servivano la religione attraverso l’arte. Come narratori hanno mantenuto vivi i miti del loro popolo.
È grazie ai bardi che sappiamo così tanto sui Druidi Celtici!
Come cantanti itineranti e maestri del popolo, esercitarono una grande influenza formativa sui loro ascoltatori. Con la loro capacità visiva potevano ispirare le persone o, se necessario, incoraggiarle. In tempo di guerra esortavano i guerrieri ad essere coraggiosi, ma potevano anche deridere profondamente coloro che si erano comportati male. I bardi erano addestrati a lodare, e quando qualcosa non gli piaceva, burlavano e usavano la satira per indebolire gli oppositori del loro monarca. Così furono pagati dai principi per cantare la loro gloria e le loro imprese.
I bardi sapevano suscitare coraggio ed entusiasmo, lodare ripetutamente e placare le passioni. Essi risvegliarono la coscienza umana. Come i Druidi davano forma alle cerimonie religiose, così faceva il bardo con le feste secolari: dava uno sfondo mitico a questi raduni. In questo modo erano portatori della cultura e formavano l’anima del popolo.
In Irlanda, sia nel periodo precristiano che nei primi periodi del cristianesimo, c’erano scuole dove i bardi ricevevano la loro formazione. Questa educazione non è da sottovalutare, perché chi voleva diventare un bardo e quindi una guida, doveva saper ascoltare la musica nel più profondo silenzio. Fino al X secolo, secondo G. Murphy [1], si studiavano i tempi [ritmi] e la letteratura eroica, e l’apprendistato poteva durare fino a dodici anni. L’alta arte della poesia praticata dai “fili”, i maestri poeti, li allineava ai Druidi e alla loro saggezza. Si diceva che un buon bardo avesse mangiato il cuore di un uccello, ed è per questo che il suo cuore aveva le ali e le batteva quando cantava.
L’addestramento del bardo acuiva la memoria e raffinava la concentrazione, portando così i fili a un livello di abilità magica.
Un esempio di questa abilità magica è il seguente.
Taliesin, il famoso poeta, un tempo distrusse la dignità di una società di poeti come fossero bambini che pretendevano una ricompensa dal re. Essi superarono Taliesin che suonava “blwrm, blwrm, blwrm” con le dita sulle labbra e lo ignorarono. Quando si trovarono davanti al re, tuttavia, tutto ciò che riuscirono a dire fu “blwrm, blwrm, blwrm”. Il re stupito chiese se fossero ubriachi, ma i bardi dovettero ammettere che il loro comportamento era stato causato da Taliesin!
I bardi avevano quindi anche un altro lato, e non doveva essere frainteso. Ad esempio, un bardo poteva apportare modifiche magiche a un paesaggio o agli animali e renderli sterili entrambi. Oppure poteva infiammare la faccia di un nemico che osava deriderlo o ferirlo.
Le scuole bardiche celtiche precristiane sono sopravvissute intatte in epoca cristiana, ed è ciò che ha reso l’Irlanda così speciale. Continuarono così i canti mitici ed eroici, e questi antichi versi furono poi arricchiti con testi cristiani.
Lo spirito popolare dei Celti era quindi fortemente associato alle forze cosmiche del Cristo che lentamente ma costantemente divennero attive.
Ecco una vecchia poesia irlandese in cui Cristo è il Logos splendente nel mondo che illumina le tenebre:
Nel tempo prima della venuta del Figlio di Dio,
la terra era una palude nera,
senza stelle, senza sole, senza luna,
senza corpo, senza cuore, senza forma.
Le pianure e le colline si fecero leggere,il grande mare verde divenne chiaro,
tutta la terra cominciò a brillare,
quando il Figlio di Dio venne sulla terra.
Questo versetto mostra che i Celti erano un popolo spirituale; vedevano a modo loro gli dei attivi nella natura, nelle piante, negli alberi e nell’aria. Il loro mondo era di natura spirituale. Erano soprattutto conoscitori della parola e del linguaggio e conoscevano il potere che poteva emanare da loro.
Il potere dei bardi, tuttavia, scomparve quando i re non poterono più permettersi le loro grandi compagnie. Non volevano più essere derisi e talvolta erano molto imbarazzati (c’erano volte in cui a corte apparivano dozzine di bardi!). Alla fine le loro richieste e prese in giro divennero eccessive e questo li portò gradualmente a scomparire. In seguito, furono protetti dai monaci cristiani e ai bardi fu concesso il diritto di esistere.
Fonti:
[1] G. Murphy, Bards and Filidh, Éigse 2, 1940