L’essere umano eternamente creativo, l’Homo Ludens, ha cercato vie di espressione sempre più ampie in tutta la storia e in tutte le culture. In questo modo esprime la libertà di cui l’anima ha bisogno; una libertà che è separata da strutture e modelli vincolanti, separata dall’esercizio del potere.
Ma questo mondo è un posto sfortunato per vivere la propria libertà. Perché questo mondo esige una struttura, uno scopo, una valutazione preventiva, una chiarezza, in modo che nel campo di forza generale non ci siano “minacce” o interferenze. Non esiste un “Lebensraum” (spazio vitale) in questo mondo per l’espressione della vera libertà. La storia ci ha insegnato come qualsiasi espressione di libertà venga attaccata e soppressa senza pietà, con la rara eccezione di qualche opera d’arte, la cui bellezza e riflesso di valori superiori le hanno permesso di eludere queste forze dell’ignoranza.
La ragione principale della posizione altamente problematica della libertà nel mondo, tuttavia, è che essa non è, né può essere, un valore di questo mondo. La mitologia greca racconta la storia straziante di Urano, padre di Crono e difensore della libertà nel cosmo, che viene privato, addirittura “evirato”, della libertà da Crono, suo figlio. Egli (Crono) dice a suo padre:
La libertà che difendi porta il Caos, e non sostiene affatto il Cosmo: esigo ordine, struttura, sistema e regolarità!
Platone era d’accordo e noi, come le note a piè di pagina di Platone, sediamo frammentati in fondo a questo mondo.
La libertà è legata al mondo vitale di Urano, il sovrano della costellazione dell’Acquario, e la sua influenza ci avvicina a nuove possibilità in questo periodo di transizione, e allo stesso tempo implica un “tempo della fine” per gli impulsi dei Pesci.
Nel cristianesimo, che è espressione dell’Era dei Pesci, si dice:
Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà.
Si dice anche:
E lo spirito del Signore (Cristo) non è di questo mondo.
Di tanto in tanto, le fiamme di Urano divampano, come intorno al 1780, all’inizio di una rivoluzione il cui slogan era liberté, egalité et fraternité. Tra la fine del sedicesimo e l’inizio del diciassettesimo secolo, in Europa si è acceso il fuoco (la luce) del nascente Illuminismo, e lo slogan della libertà è risuonato anche negli anni Sessanta del secolo scorso. Eppure, questo sentimento di libertà si oppone principalmente all’oppressione, alla coercizione, alla schiavitù e ad altre restrizioni e ostacoli. È soprattutto “libertà da” e non “libertà di”. La libertà “di” può essere vissuta come invito all’espressione e alla creatività, come svincolo, come presenza e autorealizzazione, come attività trasformante e co-creativa di un “ordine” superiore, anche se gli abusi inizialmente combattuti erano di origine celeste.
Gli impulsi dell’Acquario portano in sé le possibilità di espressione di una libertà totale, soprattutto attraverso le frequenze di sensibilizzazione associate a questa transizione. La libertà assoluta non può essere celebrata come un’esperienza separata, a causa dei limiti di questo mondo dialettico, ma in connessione con l’Amore e l’Unità. La libertà acquisisce la sua dimensione spirituale nell’esperienza gnostica; come esperienza individuale e separata può esigere l’impossibile dalla nostra realtà. Nel suo contesto più puro, come aspetto dell’Unità e dell’Amore, può guidare la coscienza a cogliere le opportunità di realizzazione.
È dall’esperienza gnostica che questa connessione di libertà, unità e amore può essere definita solida. È di natura elettromagnetica, un “ordine” superiore non mondano, e restituisce la libertà di Urano alle anime umane.
L’era dell’Acquario può essere caratterizzata dalla tri-unità di Amore, Libertà e Unità, poiché formano un’armonia organica in relazione l’una con l’altra: non può esserci Amore senza Unità, non Unità senza Libertà; e non c’è Libertà senza Amore.
Se una “nuova” mente i cui pensieri sono “liberi”, trova la sua base nelle vibrazioni astrali superiori, allora quella mente si avvicinerà alla “libertà”. Così, la libertà diventa un aspetto complesso dell’attrazione della pura sostanza mentale. I pensieri sono liberi nella misura in cui i puri eteri intercosmici sono attinti direttamente e armoniosamente dalla sostanza primordiale universale.
Esiste anche una possibilità per l’espressione della libertà nella musica, se la “volontà mondana” può essere evitata. In generale, siamo guidati dalla ricerca incessante di soddisfare i bisogni e di evitare il dolore e il disagio. Ma a volte, per esempio quando si ascolta la musica o si ammira un’opera artistica, una poesia, un buon libro, si sfugge alla tirannia della volontà mondana. Sorge allora uno spazio libero, una forma di distacco, e tutti i desideri sono momentaneamente sospesi, tutti gli obiettivi e i bisogni sono spenti per un tempo molto breve. Come se si osservasse il mondo e se stessi da una certa distanza (seguendo le orme di Arthur Schopenhauer).
Nella pratica dell’improvvisazione musicale, la libertà individuale sembra essere subordinata a una certa sottomissione alle regole (sottomissione volontaria), in modo che l’insieme rimanga sufficientemente coerente e armonioso da potersi “elevare”.
Ad esempio, seguendo le “regole” di un ensemble, ogni strumento può esplorare nuove linee melodiche, mentre gli altri strumenti o le voci svolgono un ruolo di supporto. Può anche accadere che gli strumenti “di supporto” siano ispirati a seguire la nuova linea e a entrare in un nuovo dialogo.
Questo può essere visto come un riflesso del misterioso processo di espressione spontanea dell’anima, ma in questo caso si tratta semplicemente di un evento che “contiene musica”. Proprio come la “musica delle sfere” di Pitagora, apparentemente inaccessibile e lontana. Alla luce dell’Acquario, si tratta di andare interiormente verso una vibrazione più elevata.