Per questo motivo, un gruppo di astronauti parte alla ricerca di un altro pianeta abitabile. In un dialogo in cui si deve determinare la rotta dell’astronave, alcuni astronauti sono in disaccordo sulle loro opinioni. Parte della discussione riguarda il significato dell’amore.
Il primo personaggio ritiene che l’amore sia soprattutto una conseguenza del percorso evolutivo degli esseri umani, poiché la formazione di legami sociali aumenta le possibilità di sopravvivenza. Una tribù ha più probabilità di sopravvivere di un individuo. L’altro personaggio ribatte che l’amore non è stato inventato dagli esseri umani e ha un significato più ampio della semplice utilità evolutiva. Osserva:
Forse significa qualcosa di più, qualcosa che non possiamo ancora capire. Forse è un indizio dell’esistenza di una dimensione superiore che non possiamo percepire consapevolmente. L’amore è l’unica cosa che possiamo percepire che trascende le dimensioni del tempo e dello spazio. Forse dovremmo fidarci di questa forza, anche se non riusciamo a comprenderla.
Il dialogo mi fa riflettere: apparentemente sono possibili diverse concezioni dell’amore, o forse esistono addirittura più tipi di amore. Mentre il primo personaggio vede l’amore solo come una funzione biologica, il secondo sembra concepire l’amore come una forza universale più grande che “trascende le dimensioni del tempo e dello spazio”. Il seguito, “forse dovremmo fidarci di questa forza, anche se non riusciamo a comprenderla”, evoca l’associazione che questa forza abbia una sua saggezza, e in quella saggezza abbia anche un piano, una direzione e uno scopo.
Gli esseri umani hanno naturalmente bisogno di connessione con gli altri e con il mondo che li circonda. E nella connessione con gli altri, l’uomo è capace di grandi cose. Che potere creativo ha l’umanità quando lavora insieme, e che potere distruttivo quando lotta contro se stessa. Nella realtà concreta questo è visibile, ad esempio, nell’immensa distruzione causata dalla guerra da un lato, e dall’altro – quando le persone lavorano insieme – in un’orchestra che, nell’esecuzione di una sinfonia, crea bellezza. Una creazione di persone simili nel fare musica, ad esempio, può sollevare un angolo del velo dell’unità. Eppure questa esperienza di unità deve svanire di nuovo, perché è vincolata dalle leggi del nostro mondo in continua evoluzione, dove nulla è permanente.
Nel Mondo della Luce esiste l’Unità imperitura, perché questo campo non è vincolato dalle leggi del nostro mondo dualistico così come lo conosciamo. Nel Logion 22b del Vangelo di Tomaso, questo Mondo di Luce è chiamato “il Regno”:
Quando di due farete uno, quando farete la parte esterna come la parte interna e la parte superiore come l’inferiore, allorché del maschio e della femmina farete un unico essere, sicché non vi sia più un maschio e una femmina, allorché farete occhi in luogo di un occhio, una mano in luogo di una mano, un piede in luogo di un piede e un’immagine in luogo di un’immagine, allora entrerete nel Regno.
Diventare consapevoli dell’Unità, “entrare nel Regno” ci cambia e ha anche un effetto positivo sulla nostra connessione con il mondo circostante. Che senso ha erigere muri o accusare un’altra persona, quando si sa che, al livello più profondo, si è quell’altra persona? Quando una persona è toccata dalla Luce, la coscienza dell’umanità intera cambia con essa, perché siamo tutti collegati da fili invisibili. Questi fili invisibili convergono nell’Amore Unico, che attende di essere trovato nel cuore di ogni essere umano.