So di avere un cuore, è come una camera doppia, sempre in movimento, e lo sento.
Con esso sento il ritmo della mia vita, la mia immobilità e i miei movimenti, la velocità con cui mi muovo e penso. Lo immagino come uno spazio rosso pulsante. Non riesco a controllarlo, come se avesse una vita propria dentro di me. Il suo nome è pieno di dolcezza.
Lo vedo come un luogo che circonda uno spazio ancora più segreto. Se entro in quel luogo, allora vivo in uno spazio che non ha limiti. L’interno è diventato un mondo, illuminato da una stella che è al tempo stesso il suo centro e la sua natura profonda.
Quando entro in questo cuore dell’essere, divento Noi, Noi unificato e individualizzato allo stesso tempo, che si prende cura, gioisce, è vitalizzato. Sperimento questa unificazione con la vita, con le espressioni della vita, e il profondo significato attivo di questa unità tra tutto. Improvvisamente la mia attenzione viene attirata da coloro che sono tagliati fuori da questa unità, rattrappiti in se stessi e privi di luce, dal modo in cui possiamo riunirli a noi. Il nucleo che diceva “io” si è ridotto come un sole nero che potrebbe essere al di là, altrove nel mio corpo. Da questo spazio immenso e gioioso pulsa la possibilità di spazio nel mio corpo, tra ogni battito che scandisce la mia vita, uno spazio-tempo infinito e possibile, contenuto nell’espressione di questo cuore.
E sono di nuovo all’esterno di questo cuore interiore senza limiti. Fuori, conosco solo i limiti. Ho già dimenticato questa impressione, questo ricordo, o era un’idea? Non so più come mi sia venuta questa strana immagine, così assoluta. Perché ho provato questa sensazione, che mi è già sfuggita e che vorrei afferrare?
Sapete come trovare questo percorso interiore? Dove sono le persone che vivono in questo spazio interiore, lo trasmettono, lo vivono ogni momento? Ho contemplato il loro numero per un attimo, era immenso.