Strana è la parola – Strano è il mondo

Una carissima amica, la mia anima gemella olandese, ha recentemente commentato "Mi sento strana, il mondo è strano”. All'inizio non riuscivo a capire cosa intendesse. Ho riflettuto a lungo e poi, improvvisamente, dal mio punto di vista, ho capito.

Strana è la parola – Strano è il mondo

Siamo in bilico tra due realtà: quella della terra e un’altra realtà non terrestre, una realtà che fluttua libera.

La prima, la realtà terrena, è quella in cui iniziamo, in cui nasciamo. Cresciamo e giochiamo, impariamo, soffriamo finché alla fine siamo pieni fino a traboccare e cominciamo a cercare qualcos’altro. Cerchiamo questo altro, questo altrove, in una miriade di modi e la ricerca richiede tempo. Spesso più di una vita. Ma alla fine una porta si apre, in modo graduale e silenzioso. Non la percepiamo. Continuiamo la nostra ricerca, le nostre attività diventano sempre più frenetiche. Ma un giorno, una volta nella vita, accade qualcosa. Qualcosa dentro di noi si sposta, si fa da parte, per lasciare che la porta riveli un’altra realtà – una realtà così totalmente diversa, così bella e così estranea alla nostra esistenza terrena. Una realtà che istintivamente sappiamo non appartenere alla terra.

Forse chiudiamo rapidamente la porta. Come può esistere una cosa del genere, un’altra cosa? Strano. Strano è la parola giusta. Così cerchiamo di dimenticarlo, di tornare alla nostra vita.

Ma non riusciamo a dimenticarlo. È come se qualcosa dentro di noi fosse stato toccato, fosse stato innescato e non potesse più essere ignorato. Inizia uno strano desiderio, una curiosità verso questa strana esperienza, un bisogno di averne ancora.

Perché lo percepiamo come strano? Non abbiamo forse un po’ di paura, paura di ammettere che potrebbe esserci qualcosa di meglio della vita che ci siamo costruiti? Abbiamo paura di lasciarci andare? Ma il desiderio non ci abbandona, ora lo portiamo dentro di noi, da qualche parte nel profondo. E la porta che abbiamo chiuso con tanta cura si apre di tanto in tanto, all’inizio senza la nostra collaborazione. Scorgiamo ancora una volta una realtà diversa. Con il passare del tempo ci abituiamo ad essa. Le stranezze diminuiscono e cominciamo a provare sempre meno disagio per la sua presenza. Con gli improvvisi periodi di pace e tranquillità, non generati da nulla di nostro, ma semplicemente “lì”. Che appaiono quando meno ce lo aspettiamo.

Cominciamo a trovarlo preferibile al mondo che ci circonda, un mondo in costante agitazione, tensioni crescenti e molta tristezza intrecciata con il suo opposto, con la felicità terrena e la bellezza apparente. Un mondo che improvvisamente ci rendiamo conto di iniziare a percepire come “strano”.

Ovviamente la nostra percezione del mondo è cambiata, ma ci rendiamo conto che siamo anche cambiati noi. Abbiamo perso interesse per tanti aspetti, ci siamo gradualmente distaccati dalle cose, eppure continuiamo a portare avanti la nostra vita e le nostre responsabilità. Ci sono giorni in cui siamo pienamente coinvolti nelle nostre attività terrene, altri in cui ci sentiamo intrappolati tra le due realtà, oscillando avanti e indietro con notevole disagio, e poi giorni gloriosamente beati di pace e di quiete interiore che sembrano provenire dal nulla, da un altrove. Strana è la parola, strano è diventato il nostro “vecchio” mondo.

Il desiderio interiore ci porta avanti, attraverso giorni di tristezza improvvisa, di dolore, di colpa. Ma sempre, proprio quando pensiamo di non poterne più, ecco la pace, la profonda gratitudine e la gioia interiore. Un profondo silenzio interiore ed esteriore in mezzo al turbinio della vita che ci circonda. Perseveriamo, varchiamo la soglia. Entriamo in un nuovo mondo.

Print Friendly, PDF & Email

Condividi questo articolo

Informazioni sull'articolo

Data: Dicembre 27, 2022
Autore / Autrice : Pam Wattie (Australia)
Photo: Enrique on Pixabay CCO

Immagine in evidenz: