Seduti sulla spiaggia, io e te.
La luce del giorno avanza lentamente verso il tramonto,
il sole brilla nebbioso
dietro nuvole morbide mentre diffonde la sua luce.
Guardando le onde.
Confuso. Estasiato.
Nessuna brezza.
Il mare è calmo, nessuna increspatura.
L’aria, pesante di silenzio, un silenzio profondo, delizioso.
Eppure ci sono onde. Ci sono sempre onde.
A volte impercettibili, ma sempre ondeggianti.
Credevi che non ci sarebbero state?
Sei mai stato in spiaggia e non hai trovato un’onda?
Oggi sono minuscole, piccole, insignificanti, gentili.
Sono appena “arrivate”. Arrivate da nessun luogo, da nessuna cosa.
Dal “nulla”.
Si alzano delicatamente, si accartocciano deliziosamente su se stesse,
scintillano per un istante e poi si dissolvono sulla sabbia.
Non devono dimostrare che sono state lì, ma sappiamo che c’erano.
Un’onda
è come un messaggero silenzioso, un corriere, un trasformatore.
Porta qualcosa di impercettibile.
Lo rotola, lo trasforma e poi lo lascia andare…
Penso all’amore.
L’amore che viene da nessun luogo.
Da una fonte che non possiamo vedere, non possiamo toccare,
sentire o annusare.
Dal “nulla”.
Nel nostro cuore l’amore cresce e si alza delicatamente come un’onda.
Brilla di gioia, di gratitudine.
Si accartoccia su se stesso.
Cambia – e poi non c’è più.
Non deve dimostrare che è stato lì, ma noi lo sappiamo.
Penso a noi – seduti sulla sabbia.
Messaggeri silenziosi, corrieri.
Ricevere qualcosa, trasformarlo in qualcosa di percepibile.
Percepire un’ondata di amore, assaporandola nei nostri cuori.
Sentirla rotolare e scintillare magicamente dentro di noi.
E lasciarla scorrere di nuovo via…
Sapendo che è stata lì, che ci sarà di nuovo.
Sapendo che non si conserva per noi, che non è un nostro possesso.
Penso a un trasformatore,
e penso a noi.
Esseri umani della razza umana.
Dobbiamo cambiare, trasformare, trasfigurare.
E poi saremo veramente onde.
Onde di vita umane.