Nonostante le molte tonnellate, l’opera d’arte sembra senza peso, come se le lastre fossero state posizionate senza sforzo. Il materiale in realtà rigido sembra incomprensibilmente leggero ed elegante. È come se le lastre d’acciaio fossero flessibili come carta e siano state modellate senza sforzo dalle mani dell’artista.
Le linee aggraziate nella parte anteriore ricordano il muso di una nave, tuttavia posso entrare.
Alte pareti di acciaio grezzo si elevano a sinistra e a destra.
Uno stretto sentiero si forma tra le due pareti. Cammino e guardo in alto. La luce dall’alto mi guida. Una parete digrada leggermente su di me. Mi sento incluso nell’opera d’arte.
È un’esperienza vertiginosa. Niente più linee rette, l’orizzonte è scomparso.
I corridoi stretti e inclinati e la curvatura delle pareti danno un’esperienza differente dello spazio. Allo stesso tempo, come per miracolo, vivo un tempo diverso, non più lineare. Mi sembra di vorticare lungo le curve, corridoio dopo corridoio, sempre in avanti. Solo la luce in mezzo a quegli alti spazi offre qualcosa a cui aggrapparsi.
Il percorso gira con un angolo acuto. Il suono dei miei passi cambia. Poi giro un altro angolo e all’improvviso mi ritrovo nel centro, il cuore dell’opera d’arte. È spazioso e leggero! Ha la forma di un occhio. Sono entrato da una parte, e ora vedo che posso uscire dall’altra!
Ora capisco il titolo: ‘Open Ended‘.
Non c’è un punto di arrivo. Nessuno ha bisogno di tornare sullo stesso percorso come in un labirinto. Il percorso continua.
Mi viene in mente che questa è un’opera d’arte con molte contraddizioni. Il metallo pesante dà l’impressione di essere senza peso. L’acciaio artificiale è contrapposto alle forme organiche di cerchi, ellissi e spirali, il naturale.
Due spirali intrecciate. Due corridoi: uno verso il cuore e uno fuori dal cuore. Pareti cave e sporgenti, adagiate l’una nell’altra e al centro una di fronte all’altra. Lì, insieme, formano l’occhio, lo spazio aperto e illuminato.
Il vuoto sarà colmato.
Sono le parole del Tao Te Ching?
E al centro c’è l’essenza spirituale del Tao che mi parla:
Tutto ricevere e tutto donare.
Non è un labirinto in cui perdersi, un labirinto in cui puoi andare solo in una direzione. È un passaggio! Un movimento di fusione l’uno nell’altro: involuzione ed evoluzione. Profondità e altezza. Tempo ed eternità.
Tra gli opposti, c’è un percorso di vita, la mia vita!
Rivolto al centro: il cuore, l’anima, lo spirito.
Non so dove mi porterà la prossima curva, né quando si avvicina precisamente l’uscita. Il sentiero diventa così stretto che posso guardare le pareti da vicino. L’effetto del tempo dà loro una pelle corrosiva, in cui posso vedere la struttura dei fiori e dei soli.
Davanti a me, il percorso si illumina – il corridoio cattura più luce – e poi esco dall’opera d’arte, all’aperto, in un campo di luce grandioso e mozzafiato. Si affaccia su un giardino colorato.
Quando di due farete uno, quando farete la parte esterna come la parte interna e la parte superiore come l’inferiore, allorché del maschio e della femmina farete un unico essere, sicché non vi sia più un maschio e una femmina, allorché farete occhi in luogo di un occhio, una mano in luogo di una mano, un piede in luogo di un piede e un’immagine in luogo di un’immagine, allora entrerete nel Regno. [i]
Informazioni sull’artista:
Richard Serra è un artista metal Americano, nato il 2 novembre 1939 a San Francisco.
Usa spesso grandi lastre di acciaio di forme semplici, la cui costruzione è anche ingannevolmente semplice. Serra si occupa del rapporto tra l’opera d’arte e lo spazio circostante. Non importa se le sue lastre d’acciaio tagliano un paesaggio montano, una sala di un museo o una piazza trafficata: le lastre interagiscono con l’ambiente circostante. Attraverso la loro collocazione precisa cambiano la prospettiva spaziale dello spettatore.
Il suo lavoro è stato paragonato all’architettura ed è realizzato nei cantieri navali. Una squadra affiatata di ingegneri, operai siderurgici e trasportatori collabora a questo lavoro. Tuttavia, non il risultato finale, ma il processo creativo è il punto di partenza per Serra. Quando ne parla non dice “io”, ma sempre “noi”.
Alcune delle sue opere sono:
Berlin Curves, 1986, Berlino.
King of New York, 2008, Museum of Modern Art, New York.
Matter of Time, 2005 Guggenheim Museum, Bilbao.
East-West/West-East, 2014 landmark in the desert, Qatar.
In Olanda:
Open Ended, Museo Voorlinden, Wassenaar.
One, 1988 Kröller-Müller Museo, Otterloo.
Sea Level, 1989-1996, Zeewolde.
Growing arches, 1980, Museo Boijmans Van Beuningen, Rotterdam.
The hours of the day, 1990, Bonnefantenmuseum, Maastricht.
[i] Il vangelo di Tomaso