(Vai a parte 3)
Nel bel mezzo dell’inverno ho scoperto che dentro di me c’era un’estate invincibile. E questo mi rende felice. Perché dice che, per quanto il mondo spinga contro di me, dentro di me c’è qualcosa di più forte, qualcosa di migliore, che spinge per tornare indietro.
Albert Camus, 1951.
Alcuni inverni avvengono sotto il sole. Tutti svernano prima o poi; alcuni svernano più volte. L’inverno è una stagione fredda. È un periodo della vita in cui si è tagliati fuori dal mondo, ci si sente rifiutati, messi da parte, bloccati dal progresso o considerati outsider. Forse deriva da una malattia, forse da un evento della vita, forse da un’umiliazione o da un fallimento. Forse ci si trova in un periodo di transizione e si è temporaneamente a cavallo tra due mondi. A volte lo svernamento si insinua più lentamente, accompagnando la fine di una relazione, l’aumento delle responsabilità di assistenza quando i genitori invecchiano, la perdita di fiducia.
Comunque arrivi, lo svernamento è di solito involontario, solitario e profondamente doloroso. Ma è anche inevitabile. Ci piace immaginare che la vita possa essere un’eterna estate e che noi non siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo. Nel nostro mondo contemporaneo, sempre più indaffarato, cerchiamo sempre di rimandare l’arrivo dell’inverno. Non osiamo sentire il suo morso e non osiamo mostrare il modo in cui ci devasta. Dobbiamo smettere di credere che questi momenti della nostra vita siano in qualche modo sciocchi, un fallimento dei nervi, una mancanza di forza di volontà. Dobbiamo smettere di cercare di ignorarli o di eliminarli. Sono reali e ci chiedono qualcosa. Dobbiamo imparare a invitare l’inverno. Imparare a riconoscere il processo, a impegnarsi con esso con attenzione e persino ad apprezzarlo. Non potremo mai scegliere quando svernare, ma possiamo scegliere come.
L’inverno impariamo a conoscerlo nell’infanzia: lo impariamo nei romanzi e nelle fiabe ambientate nella neve. Tutti gli accurati preparativi che gli animali fanno per sopportare i mesi freddi e senza cibo, il letargo e la migrazione. Non è un caso. I cambiamenti che avvengono in inverno sono una sorta di alchimia, un incantesimo che le creature comuni compiono per sopravvivere. Le piante e gli animali non combattono l’inverno, non fanno finta che non ci sia e non cercano di continuare a vivere la stessa vita che conducevano in estate. Si preparano. Si adattano. È qui che avviene la trasformazione. L’inverno non è la morte del ciclo vitale, ma è essenziale. Soprattutto quando abbiamo il nostro svernamento interiore. Quando smettiamo di desiderare che sia estate, l’inverno può essere una stagione gloriosa in cui il mondo interiore ed esteriore assumono una bellezza scarna. È un momento di riflessione e di recupero, di lento rinnovamento, di messa in ordine. Trovate un senso o non trovatelo, ma “rubate” un po’ di tempo e dedicatelo liberamente ed esclusivamente a voi stessi. Optate per la privacy e la solitudine.
Dentro di voi risuonerà qualcosa, una scintilla calda che vi farà superare questo periodo invernale della vostra vita. Un’estate invincibile che è profondamente dentro il vostro essere naturale e che può sbocciare ancora una volta, la primavera sta arrivando. Ma avete bisogno di respirare e di essere. Questo è un bivio che tutti conosciamo, un momento in cui bisogna cambiare pelle. Non lasciate che la vecchia pelle si indurisca intorno a voi. Una nuova primavera, con piccoli ma diretti raggi di sole, entrerà allora nella vostra vita.
La Pasqua rappresenta un punto di partenza per la primavera: il risveglio e il rinnovamento dell’anima in un essere trasfigurato. L’est è il luogo in cui sorge il sole. È la nostra necessaria fonte di luce e di ispirazione, la fonte della vita stessa. L’est ci dirà che è ora di svegliarci, di iniziare a muoverci verso il sole. Ci motiverà a scrollarci di dosso le preoccupazioni e le ansie o, per lo meno, a lasciarle risplendere in una luce più potente e significativa. Una volta superato il periodo invernale, una Pasqua interiore si farà strada. Perché non importa quanto possa essere duro l’inverno interiore, è certo che seguirà una primavera. Questo è il cerchio della vita, il cerchio dell’anima, dell’intera natura. Questo rinnovamento ci sosterrà nell’andare avanti con una nuova forza che viene direttamente da una fonte dentro di noi.