Dal XV secolo in poi, i Rosacroce hanno combattuto, prima il dogmatismo religioso, come abbiamo detto, e poi, dal diciannovesimo secolo, anche il dogmatismo scientifico del positivismo negazionista, il quale afferma che tutta la conoscenza deriva dall’esperienza. Con il supporto del metodo scientifico, il positivismo non considera la realtà immateriale dell’essere umano, la sua realtà spirituale e animica, perché la sua concezione dell’uomo si basa esclusivamente sul corpo fisico.
Nel passato, la Rosacroce ha contribuito ad emancipare la scienza dai dogmi religiosi e dalle assurde superstizioni, stabilendo le basi della scienza moderna; oggi, cerca di contribuire al recupero di un concetto di essere umano, del mondo e della vita inclusivo, in cui la scienza e la spiritualità coesistono allo stesso modo in cui il linguaggio simbolico può coesistere con quello delle parole.
È quindi innegabile che il concetto materialistico dell’essere umano e della vita, imposto dalla scienza (senza negare la sua efficacia negli ambiti tangibili dell’esistenza), ha contribuito allo sviluppo di un materialismo esistenziale distruttivo e consumistico che ha deteriorato, come tutti sappiamo, il nostro pianeta. Poiché nella sua brama di negare l’esistenza di un dio antropomorfo, creatore e giudice, ha soppresso anche i ponti verso una vita spirituale del pensiero, sostenuta dalla logica.E si dimostrerà, ancora una volta, che i mezzi e gli strumenti che questa stessa scienza materialistica sviluppa e fornisce per contrastare l’immenso deterioramento del nostro habitat, falliranno miseramente se non includeranno nei loro progetti la dimensione spirituale della vita, sia dell’essere umano, sia del mondo vegetale, animale e minerale. E, naturalmente, se non riconoscerà che il pianeta Terra, e il Macrocosmo nel suo insieme, sono esseri viventi, impregnati della stessa idea e intenzione dell’essere umano, ognuno al suo livello di coscienza, diverso e differenziato.
Per avere una comprensione più completa della filosofia Rosacrociana e della sua visione del mondo, è necessario esporre alcuni suoi fondamenti. Per fare ciò, sarebbe bene continuare sulla stessa linea e chiedere agli scienziati come è possibile che l’ultima grande scoperta della fisica, il bosone di Higgs, sia stato già descritto nel “Libro dei Precetti d’oro”, uno dei trattati del “Kalacakra Tantra”, un compendio di diverse migliaia di anni fa dell’antica saggezza orientale.
La descrizione della famosa “particella di Dio” è chiaramente espressa in un linguaggio simbolico, non tecnico, ma non c’è alcun dubbio sulla sua funzione nell’equilibrio della manifestazione universale. Penetrare fino alle fondamenta della realtà è sempre stato al centro di tutti i grandi impulsi spirituali, e non è possibile conoscere quella realtà senza svelare il mistero della manifestazione materiale.
Molto prima di Einstein, la relazione tra energia e materia era ben noto nelle Scuole Spirituali. E anche il pensiero che tutto sia energia in diversi stati vibratori, mentre ciò che per noi è materia solida, in realtà è una illusione. È curioso che il più spirituale dei Vangeli cristiani, quello di Giovanni, inizi spiegando proprio questo, che tutto è nato dalla Parola, dal Verbo, dal Logos. E cos’altro è una parola se non una vibrazione? Da questo alla teoria delle stringhe della fisica moderna c’è solo un passo.
Tutto ciò serve per mostrare che la Rosacroce è consapevole che quantunque siano necessari un apparato sofisticato e una metodologia rigorosa per dimostrare oggettivamente un postulato, è perfettamente possibile raggiungere le stesse conclusioni e verifiche usando lo strumento più sofisticato a noi noto: il corpo e la mente umana. La differenza è che il risultato sarà sempre soggettivo e verrà utilizzato solo da chi lo scopre. Ecco perché la Rosacroce lavora esclusivamente per la liberazione della coscienza individuale, per emanciparla da tutti i condizionamenti, convenzioni, tradizioni, autorità esterne e, naturalmente, da tutte le illusioni e i miraggi che popolano la nostra mente.
È un processo arduo, che necessita di tutte le facoltà dell’intelligenza umana, della sua capacità di confrontare ogni scoperta nella natura manifestata e nella pratica della vita quotidiana, prima di considerarla valida. La metodologia è tanto impegnativa quanto quella che uno scienziato pratica nel suo laboratorio, oppure un artista nel suo studio, o un mistico nelle sue meditazioni, poiché comprende tutti e tre contemporaneamente. È un fatto verificabile che chi ha raggiunto le più elevate altezze del “risveglio” – come il Buddha ha definito lo stato di suprema illuminazione – usi generalmente un linguaggio simbolico e persino allegorico per comunicare agli altri ciò che ha scoperto.
Per la Rosacroce, lo stato normale degli esseri umani è uno stato di sogno, di totale sottomissione all’illusione dei sensi, e quindi di ignoranza del reale, di ciò che “È”. Tutti i suoi sforzi sono mirati al risveglio del reale, passo dopo passo e con un autocontrollo permanente e cosciente.
Perché la realtà del nostro piano di esistenza è piuttosto terribile. La miseria umana, il deterioramento etico, le atrocità commesse giorno dopo giorno in tutto il mondo, sono sopportabili dalla nostra psiche solo se le assimiliamo omeopaticamente. Per contemplare tale realtà, che è la porta della profonda compassione, occorre una forza significativa dell’anima. Questa forza non si può conseguire con la fede, ma solo con la ragione e con l’esperienza che derivano da un’azione e da un atteggiamento incorruttibile nella vita. Poiché la porta di ogni iniziazione alla verità, dal remoto passato fino ad oggi, come era già esplicito nell’aforisma inscritto nel pronao del tempio di Delfi, sarà aperta solo a coloro che conoscono se stessi.
L’esperienza ha insegnato ai Rosacroce la realtà dei mondi intangibili, delle dimensioni superiori a quelle che conosciamo. E tutti condividono lo stesso spazio infinito, tutti sono alla nostra portata, sigillati però da barriere mentali e vibrazionali. Accanto alla suddetta miseria umana, qui e ora, c’è un piano di vita, un dominio di vita non contaminato in cui le entità che hanno superato la dualità di questa esistenza respirano e vivono e sono rinate in un nuovo stato, senza quindi abbandonare la nostra realtà, o almeno non sempre. Allo stesso modo, abbiamo esperienza di come, da questa torre di controllo della coscienza, sia possibile aiutare l’umanità in un modo quantitativo e qualitativo superiore a quello delle istituzioni conosciute.
Naturalmente, abbiamo verificato la realtà della metempsicosi delle Monadi divine, dei corpi sottili, del funzionamento delle leggi spirituali nella vita materiale, e di molte altre cose che per molti possono sembrare eccitanti, ma per noi sono semplici strumenti per lo sviluppo della lucidità della coscienza, a cui segue un’azione creativa supportata, come potrebbe essere altrimenti, dalla rigorosa etica di queste leggi spirituali.
Tutto questo non è patrimonio esclusivo di una Scuola della Rosacroce, poiché sia in Oriente che in Occidente ci sono state molte Scuole Spirituali che hanno fatto lo stesso o una cosa simile. Forse una delle caratteristiche più tipiche della Rosacroce è l’enfasi che, come in Oriente, è stata sempre posta sull’insegnamento del cuore (o dottrina dell’anima), e l’aperto rifiuto dell’insegnamento dell’occhio (la conoscenza del mondo attraverso i sensi). La Rosacroce li sintetizza entrambi, li unisce, li intreccia, mettendo sempre il cuore in primo piano.
“L’insegnamento del cuore” è la piena esperienza della connessione con lo Spirito e il suo flusso di ideazione; “l’insegnamento dell’occhio” è l’esperienza di ciò che la realtà è diventata e le sue esigenze.
La connessione di entrambi gli insegnamenti, simboleggiata nei Manifesti Rosacroce nei due libri che erano nella cripta di Cristiano Rosacroce (il Libro T e il Libro M, il Libro di Dio e il Libro del mondo), è la chiave e l’arte che consente di realizzare ciò che Ermete Trismegisto ha descritto all’inizio della Tavola di Smeraldo, il testo nucleare dell’Alchimia Rosacroce:
È vero! È certo! È l’intera verità!
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto,
e ciò che è in alto è come ciò che è in basso,
affinché si compiano i miracoli dell’Uno.