Sulla mia vecchia seggiola di ferro arrugginita in mezzo al prato mi cattura il canto insistente dei merli che copre quello più profondo di un usignolo lontano, mentre un vento quasi impetuoso muove densi cumuli nel cielo insolitamente terso, e tormenta i lunghi steli. Vento che pulisce l’aria, restituendo al cielo uno splendore sconosciuto. Profumo di verde e di fiori.
In realtà tutto questo stupore, così fuggevole per l’affannoso accavallarsi delle stagioni, mi lascia inquieta. Mi chiedo con che diritto io possa abbandonarmi a tanta bellezza, nella mia piccola nicchia, se il pensiero ritorna ciclicamente agli scenari desolati che tutti i giorni da tutto il mondo ci afferrano nel nostro quotidiano. Per usare un eufemismo, viviamo nel caos.
Vorrei poter dipingere, ma la mente è svuotata, frastornata da quanto accade, dentro e intorno a me, e ogni mio gesto rischia di si perdersi nel vano succedersi di possibilità prive di senso, in cui il pensiero si concretizza e plasma il suo piccolo inutile mondo. Ogni nuova possibilità di venirne a capo è ciclicamente esplorata, consumata, divorata, e finisce nei rifiuti. Mi chiedo dove io stia andando. Dove stiamo tutti andando?
Rifletto. Un tempo per il riposo e lo svago, condizione necessaria per la riflessione e una presa di coscienza individuale, è negato ai più. La coscienza, prosciugata del necessario silenzio dall’avidità collettiva, non ha più tempo per rispondere al richiamo che viene da non so dove, da molto lontano…
Ma ciò non mi soddisfa e sono io a dire a me stessa che quello che vedo è solo una parte della realtà. La parte avvilente, che così mi assorbe, che vorrei negare o risolvere, deve pur essere sostenuta dall’altra, la metà positiva nel mondo degli opposti. Si tratta di eventi meno vistosi, ma nuovi. A detta di molti parallelamente al processo di disintegrazione si starebbe sviluppando un processo di integrazione, dove vecchie esigenze sarebbero superate e sostituite da nuove. Sono espressioni più vicine a una razza umana in divenire, dotata di maggiore coscienza, intelligenza senso morale e determinazione. Si manifestano sforzi sorprendenti: generosità, abnegazione, fede indomita e soluzioni impreviste in ogni settore. Ma il processo è lento. Nel frattempo sono sempre le cattive notizie che fanno rumore, usando le nostre ansie come supporto, anche se, lo sappiamo, il bilancio deve essere paritario: nel mondo duale il buono e il cattivo non possono che equilibrarsi.
E invece di rasserenarmi questa consapevolezza pesa, perché nell’economia del nostro pensiero la sofferenza pesa. Pesa più l’infelicità di un singolo che il benessere di molti.
E visto che non possiamo più pensare a noi stessi senza comprendere e abbracciare allo stesso tempo il destino altrui, tutto ciò ci tocca dentro, emotivamente, ma anche praticamente. Il diritto alla vita di tutti è anche il mio. L’interesse dell’altro è il mio, la sciagura dell’altro la mia, la sconfitta dell’altro la mia sconfitta.
Pare che il mondo, che si era espanso a dismisura in seguito alla divulgazione scientifica, per questa stessa ragione e grazie al progresso tecnologico sia tornato piccino, racchiuso in unità nel comune destino che tocca ognuno di noi: pensiero collettivo, interesse comune. E’ così che la vita dell’intero pianeta è diventata la mia.
Ma esiste una correlazione tra un se pur minimo risveglio della mia coscienza e un’azione realmente efficace?
Posso rinunciare al furore e allo sfinimento, e provo a rovesciare i termini: dallo scoraggiamento alla fiducia, dall’apatia all’entusiasmo…sulla base di una conoscenza concreta…
Sì esiste. I grandi poteri del mondo visibile, che potrebbero sembrare tutti interconnessi, lo sono solo nella mia complicità. Ecco perché la teoria del complotto non può, non deve reggere. Anche se economia, finanza, industria, digitalizzazione, energia, certa cultura, certa religione sembrano orchestrate in un unico piano a perseguire tutte un unico obiettivo, e se anche un unico obiettivo sembrerebbe soddisfare il piano di un’unica regia invisibile che dirige le fila come una voce fuori campo, a gestire un “grande gioco”, è così solo se noi lo permettiamo.
Se siamo comunque coatti a cedere a queste forze la nostra energia più sottile, siamo solo noi a permettere questo meccanismo.
In realtà un microcosmo destato è più forte di ogni potere invisibile. Possiamo comprendere profondamente questa verità e agire in modo efficace. E’ il cammino percorso dalla Pistis Sophia nel suo viaggio di ritorno verso il Primo Mistero.
Al caos che oggi sperimentiamo siamo giunti per aver dimenticato la sottile intuizione del cuore, che ci parla con voce impercettibile ma sicura in tutto il grande equivoco. Sì impercettibile ma convincente. Il cuore segue un’altra logica, un altro scenario. Crea una mappa molto diversa da quella che conoscevamo, disegnata della mente.
E se la sconfitta dell’altro è anche la mia sconfitta, rovesciando i termini della prospettiva non potrà essere una mia reazione positiva anche la reazione dell’altro? Perché in me abita una grande forza, una pura evidenza: la coscienza che tutto è possibile perché il Tutto è anche una parte di me, e non può che piegarsi docile alle esigenze di una mente che si è destata..
Chi cerca non smetta di cercare…
A supporto di un pensiero possibilmente presuntuoso, forse titanico, sta la piccola fiamma della saggezza del cuore, quella che non sopporta questioni in sospeso, né ragioni di stato, né alcuna delle illusioni del qualunquismo. Scava, polisce, indaga, confronta, tempra, mette alla prova, formula ipotesi, le rimette alla prova, le ritempra e ricomincia, ad ogni nuovo imprevisto. Come una formichina che privata del suo fardello ritorna infinite volte sui suoi passi per caricarsene un altro.
Così opera anche il nostro cuore spirituale, la Luce che brilla, piccola scintilla irradiante, all’interno del nostro cuore. Ci spinge a cercare, a credere, a insistere, a non arrenderci, a tentare fino a quando un’unica Verità non si dispieghi davanti a noi: quello che facciamo al più piccolo è per tutti. Quello che faccio a me stessa lo faccio a tutti. Nel bene come nel male. E riconosco il cammino di ritorno, il rimettere ordine nel mondo, così come nella mia vita, ripristinando il percorso dell’Origine, risveglio di un sentire mutilato dal tempo.
Il Tutto sta diventando un fattore unificante nelle coscienze, e l’inconscio collettivo prevede un grande serbatoio dedicato ai pensieri condivisi, ai desideri condivisi, alle speranze e alle certezze condivise. Sarà questo serbatoio a riplasmare il mondo.
Ma come sempre accade, di fronte ad un ‘intuizione del cuore spirituale si apre immediatamente una falla, una nuova occasione di caduta: la tentazione di riavvolgere con la veste fatua della vita dialettica quanto potrebbe realmente liberarci. Quanto siamo tentati di salvare il mondo in cui siamo nati, e da cui non vorremmo liberarci? Innumerevoli scuole ci insegnano ad usare in modo magico il nostro pensiero. Sappiamo però che le nostre prospettive, nate da una mente imprigionata e da un’anima ancora avvolta in fasce non sono in grado si farci attingere alla vera Vita. E di nuovo il cuore questo lo sa. E ci mette in guardia.
Non è in questo mondo duale che il piano del Tutto potrà compiersi. Che cosa cerchiamo realmente? Il pane della natura o il vino dello Spirito? Solo il cuore lo sa.
La vittoria della Vita sull’inganno, il riscatto della verità, il ritorno alla bellezza del Principio, con la forza della convinzione e la certezza della vittoria prevedono un altro mondo.
Sperimentiamo come la piccola fiamma si stia facendo più forte e più intensa. Percepiamo il peso di ogni decisione e di ogni atto, e prima ancora di ogni pensare positivo, come un’azione efficace che dilaga intorno a noi, e dall’interno si propaga a tutto il Cosmo.
Se una piccola brace di ogni singolo essere è sostenuta da altre, l’incendio che divampa sarà davvero grande e assolverà al compito che ci eravamo preposti. Ricominciando da noi, come quando non sapevamo nulla, con la forza di un bambino molto piccolo.
Se io sono amore sarà Amore anche il mondo in cui vivo, sarà bellezza se c’è bellezza in me. Io sono il mondo e il mondo è me. La totalità che risiede in me non teme nessun nemico. Il nemico esiste prima nella mia immaginazione e solo poi nella realtà. Io lo creo. Gli do vigore. Non ci sono forze più grandi di questa unica realtà che vive ovunque, il cui centro è ovunque, e quindi in me.
Con la coscienza ormai temprata dalla lunga ricerca e dalla splendente convinzione che tutto è in noi e tutto ci appartiene, e solo dopo la prova del Fuoco, il cuore ricomincia a credere, a osare. E finalmente ad agire.