La T, o Tau, è formata dalla cifra 7 (qui una T o un 7 diritto), cifra che si rapporta alla vita divina, la vita che proviene dallo Spirito settemplice, e dalla Γ (gamma), il simbolo della Terra (Gaia). Il simbolo Tau unisce quindi in sé la vita divina e la vita terrestre. Se si toglie la parte superiore dal simbolo Ankh, resta il Tau. Lo si potrebbe interpretare come la prima lettera del tifone (domato), cioè la liberazione dal male, da “satana”. La croce di Tau era popolare anche presso i Druidi. Il Tau era da loro considerato come il simbolo druidico di Giove. Il loro Tau consisteva spesso in una quercia imponente alla quale erano stati tolti tutti i rami, ad eccezione di due o tre. Questi erano stati sfrondati in modo che, visti dalla corona, assomigliassero a due braccia orizzontali. Si può ancora leggere che il Tau era utilizzato nelle zone druidiche per delimitare la frontiera tra i gruppi di differenti guide religiose.
C’è ancora un’altra spiegazione della croce in Tau, e consiste nel considerarla come una tappa nello sviluppo dell’umanità. La prima fase non conosce ancora la croce, bensì un palo, un simbolo fallico. Si riferisce allo sviluppo della coscienza del bacino – la fertilità allo stato bruto – nella quale la coscienza dell’uomo si trova ancora allo stadio del sogno.
Il palo diviene poi una T, una croce, un Tau, per indicare che le emozioni si risvegliano, e con esse i desideri senza limiti, poiché manca ancora una direzione. L’uomo non è ancora in grado di controllarsi. Chi guarda la croce in Tau potrebbe immaginare di vedere un uomo senza testa. La sua intersezione è il cuore, la sede dei sentimenti.
La croce che noi ben conosciamo possiede una “testa”. Essa rappresenta lo sviluppo della coscienza della testa, l’individuo che può compiere delle scelte. La testa può governare o dirigere il desiderio. La tappa successiva è quella della “croce delle rose”, nella quale l’influenza della “rosa “ o del “loto” è ancorata nel cuore umano.