Da giovani cerchiamo la nostra strada nel mondo.
Un posto dove stare in questa società moderna.
Lavoriamo e studiamo. Viaggiamo e creiamo legami e amicizie significative.
Fin dai primi anni di vita abbiamo imparato una lingua nel Paese in cui siamo nati.
Le prime parole probabilmente non le ricordate. Così fragili, eppure chiare e forti.
Possiamo usare la nostra voce per esprimere la nostra verità nel mondo. Per ispirare, creare, aiutare la persona che ci sta accanto.
Ma c’è un’altra voce, un’altra lingua.
Nella nostra generazione è normale comunicare con il telefono.
Inviamo messaggi, immagini e ci chiamiamo per mantenere salde le nostre relazioni.
In un mondo in cui abbiamo accesso immediato a tutto, tendiamo a dimenticare il significato di tutto ciò.
Siamo impegnati con la scuola, il lavoro, il nostro percorso professionale.
Passano giorni, settimane, mesi, a volte senza che ce ne accorgiamo.
Ci lasciamo coinvolgere dalle norme e dai valori della società.
Ma c’è qualcosa di più, qualcosa di più grande. Un motivo per cui siamo qui sulla terra.
Siamo tutti alla ricerca. Proprio come le generazioni che ci hanno preceduto.
Insieme possiamo cercare e trovare la voce nel nostro cuore.
Tutti hanno un cuore che pulsa dall’inizio alla fine della propria vita.
Tra le altre cose, fa scorrere il sangue in tutto il corpo.
Ma simboleggia anche l’amore,
Attraverso il quale diamo e riceviamo amore.
In realtà, è una sorta di camera del tesoro.
Un tesoro irraggiungibile, che tuttavia esiste. Che è lì per tutti.
E ci collega tutti un po’ di più.
Senza inizio e senza fine. È semplicemente lì.
Irraggiungibile. Eppure tangibile quando ci si posa sopra la mano.
Tutti noi, quindi, portiamo in noi un pezzo di quel tesoro.
E insieme siamo una parte del tutto, vivendo come individui.
In cammino verso la fonte che rende tutto possibile.
L’amore.
(Continua in parte 2)
