LOGON: Il cammino spirituale conduce al vero sé. Cosa significa per lei il vero sé?
Muho: Il questionario inizia con un’affermazione audace: il cammino conduce al vero sé. Qui si potrebbe affermare altrettanto facilmente: il cammino nasce dal vero sé. Oppure: il vero sé percorre il sentiero. Nello Zen, si parla del sentiero circolare. Il vero sé è l’inizio e la fine di questo percorso. Quando mi chiedo quale sia il mio vero sé, il vero sé si guarda negli occhi.
Cos’è l’essere umano prima che si realizzi il vero sé?
L’essere umano non è mai separato dal vero sé. Probabilmente intorno al secondo anno di vita, impara gradualmente a identificarsi con il ruolo che il gioco della vita ha in serbo per lui. Impara a dire “io” e “tu”. Poi, qualche anno dopo, si chiede: «Perché sono io? Perché non qualcun altro? Perché sono nel mondo?» Molte persone fanno tali domande anche da bambini. Il vero io risuona in tali domande, un promemoria della condizione prima di identificarsi con il proprio ruolo di essere umano.
Cos’è poi l’uomo? Si tratta di risveglio o di trasformazione dell’essere, o…?
Prima e dopo, è sempre il vero sé. E nota bene: anche dopo si rimane uomini. Si tratta di vivere interamente come esseri umani senza dimenticare il vero sé, che c’è prima dell’identificazione. Si gioca di nuovo, ma ora si sa che è solo un gioco.
Si può dire qualcosa su chi effettivamente percorre il cammino?
L’uomo non percorrerebbe il cammino se il vero sé non lo avesse condotto su di esso. Il vero sé non poteva percorrere il cammino se l’uomo non gli avesse prestato i piedi.
Come valuta l’importanza della realizzazione di sé per la vita quotidiana? E per l’umanità in generale?
Quando osserva il gioco dall’esterno, l’essere umano riconosce che vincere e perdere sono insignificanti. Ora può giocare con nuove regole. E sono le regole di un Bodhisattva: dare, dire parole d’amore, essere lì per gli altri, non fare distinzioni.
Con queste nuove regole, il gioco è più divertente. La speranza è quella di aprire gli occhi anche agli altri giocatori. Aiutarli a ricordare il loro vero io per ritornare allo stato in cui erano prima di occuparsi soltanto di vincere o perdere.
Grazie, signor Muho, per questa intervista.
Abate Muho
Muhô è nato a Berlino, in Germania, nel 1968 con il nome di Olaf Nölke. Ha studiato filosofia, lingua giapponese e fisica. Durante i suoi studi ha visitato il Giappone per un anno, di cui sei mesi nel monastero Zen di Antaiji. Qui fu in seguito ordinato monaco e, nel 2002, succedette al suo maestro come abate del monastero. Scrive saggi, libri e traduzioni tra cui gli scritti di Kôdô Sawaki, il maestro del suo maestro.