Quando la sensazione di connessioni universali si risveglia in noi come certezza, tutte le preoccupazioni e le paure possono svanire.
Una volta che la gioia immotivata è entrata in una persona, essa ottiene la vita eterna, poiché è unita all’Io che non conosce la morte: essa stessa diventa gioia eterna, anche se fosse nata cieca e storpia. (Gustav Meyrink)
La mia canzone è una melodia eterna di gioia. Chi non conosce la gioia, la pura e immotivata certezza gioiosa, la certezza immotivata: io sono chi sono, chi ero e chi sarò sempre, è un peccatore contro lo Spirito Santo.
I fantasmi dell’oscurità cedono il passo allo splendore della gioia, che risplende nel petto come un sole nel cielo interiore; i fantasmi che accompagnano l’uomo come ombre di crimini commessi e dimenticati in vite precedenti e che intrecciano i fili del suo destino. Chi ascolta e canta il canto della gioia annulla tutte le conseguenze della colpa e non accumula mai più colpa su colpa.
Il sole è morto in colui che non sa gioire. Come potrebbe una persona simile diffondere luce? Anche la gioia impura è più vicina alla luce che alla serietà cupa e oscura.
Tu chiedi: «Chi sono io?». La gioia e l’io sono la stessa cosa. Chi non conosce la gioia non conosce il proprio io.
L’io più intimo è la fonte della gioia. Chi non lo venera, serve l’inferno.
Non è forse scritto: “Io sono il Signore tuo Dio; non avrai altri dei davanti a me”?
Chi non ascolta e non canta il canto dell’usignolo non ha un sé; è diventato uno specchio morto dove strani demoni vanno e vengono – un cadavere ambulante come la luna nel cielo con il suo fuoco spento.
Prova solo a gioire!
Molti di coloro che ci provano chiedono: «Di cosa dovrei rallegrarmi?». La gioia non ha bisogno di ragioni, cresce da sola, come Dio. La gioia che ha bisogno di una ragione non è gioia, ma piacere.
Alcuni vogliono provare gioia, ma non ci riescono; allora incolpano il mondo e il destino. Non considerano che un sole che ha quasi dimenticato come splendere non può scacciare i fantasmi di una notte millenaria con il suo debole crepuscolo. Il male che un uomo ha fatto a se stesso per tutta la vita non può essere riparato in un solo istante!
Ma una volta che la gioia immotivata è entrata in lui, egli ottiene la vita eterna, perché è unito all’Io che non conosce la morte: egli stesso diventa gioia eterna, anche se è nato cieco e storpio. Tuttavia, la gioia deve essere appresa, deve essere desiderata. Ciò che le persone di solito vedono come gioia, non è gioia, ma la semplice causa della gioia. La causa della gioia è ciò che bramano.
Che strano, rifletté il medico imperiale, che il mio io mi parli da un perfetto sconosciuto, di cui non so nemmeno chi e cosa sia!
(Da Gustav Meyrink, La Notte di Walpurga. Capitolo IV: Nello specchio)
Umorismo – La serietà del presente
Cosa può essere il nostro vero io se non il sole dentro di noi, la nostra essenza, e se questo sole ha dimenticato di splendere ed è diventato crepuscolo, come può scacciare i fantasmi di mille anni di notte? Come può avere un effetto purificatore sulle nostre anime?
La persona che diventa consapevole della fonte divina nel proprio cuore, che si connette con questa luce, permette alla gratitudine, alla gioia silenziosa e talvolta anche a una vivacità scintillante chiaramente percepibile di irradiarsi attraverso di sé. La gioia è il potere del cielo dentro di noi; è come una medicina curativa per molti cuori rattristati, per molti cuori erranti alla ricerca della giusta direzione.
Quando la sensazione di connessioni universali si risveglia in noi come certezza, tutte le preoccupazioni e le paure possono svanire. Questa profonda assenza di causa parla dal cuore come la BUONA NOTIZIA: il Divino, la luce dell’infinito, vive nel centro del nostro essere come un seme che aspetta di crescere e diventare una pianta. Dal caos, dall’anarchia, la freschezza dello spirito ardente diventerà, anzi, dovrà diventare qualcosa di nuovo. Non è un caso che conosciamo le parole “anarchia serena” come prerequisito per lo sviluppo (Paul Feyerabend). Non è forse nostro compito, come persone che stanno diventando consapevoli, prima comprendere e poi non opporre più resistenza al fuoco che consuma, al fuoco che purifica, guarisce e santifica?
Quel fuoco, scoperto nel profondo del cuore, che è fonte di gioia, promessa di libertà, profondità e potere maestosi. La sua luce diventa un’aura scintillante di benevolenza e amore. Niente è più contagioso dell’allegria e della buona volontà del cuore.
