L’altra riva

L’altra riva

Arriva un momento in cui bisogna abbandonare i vecchi abiti che hanno già la forma del proprio corpo, e dimenticare i percorsi che ci portano sempre negli stessi luoghi.

È tempo di attraversare: e se non riusciamo a farlo, saremo per sempre ai margini di noi stessi.
Fernando Teixeira de Andrade

La giornata era calda, il sole in posizione perfetta. Di tanto in tanto soffiava una leggera brezza di aria fresca. Per un attimo, in un breve lasso di tempo, ho sentito che c’era qualcosa di più. Qualcosa che andava oltre la piccola e mediocre vita che stavo conducendo. Non che fosse un male, ma una piccola angoscia – di quelle che danno fastidio al petto per la loro costanza – mi ha fatto pensare ai misteri della vita!

Doveva esserci qualcos’altro.

L’altro giorno, quando il sole era a dormire e la notte era grigia, è caduta una grandinata, come a chiudere un ciclo. Dentro di me c’era il coraggio ostinato di prendere la canoa su cui avevo lavorato a lungo e di fare quello che volevo fare.

Fare quello che desideravo da tempo.

Faceva freddo e a casa tutti dormivano. Pensai che fosse arrivato il momento di andare. Non mi importava più cosa avrebbero pensato o detto gli altri o quanto potessi sembrare egoista.

Era una questione di vita o di morte. Pensavo di essere malato, malato nell’anima.

Che cos’è questo dolore che né la medicina né il medico possono eliminare?

Cos’è questa cosa invisibile che mi assale e mi punisce?

Non pensavo ad altro. Trascinai la mia canoa lungo il fiume senza nemmeno sentire la pioggia.

Sono partito vuoto, spoglio e pronto. Non ho preso né provviste né un cambio di vestiti. Ho pensato davvero che sarei potuto impazzire. E non riesco a spiegare la sensazione che ho provato quando ho abbandonato tutto quello che pensavo di essere…

Guardai da lontano la casetta, il cortile, l’erba. Ricordai la giornata calda e il sole, nella sua gentilezza senza pretese, quel giorno in cui ebbi la crisi…

Fui sorpreso nel vedere da lontano che qualcuno era alla porta e sembrava essersi accorto che me ne ero andato…

Mi si strinse il cuore, ma niente di più. Non mi ero mai sentito così completo, come se attraversando la riva del fiume stessi attraversando la riva di me stesso. Chi mi stava parlando?

Non ero pazzo, come avevo sospettato. Ho potuto andare al fondo dell’esistenza e iniziare una trasformazione interiore. Ho sperimentato la libertà, il nuovo come promessa di vita.

Nella solitudine del fiume, nella sua ampiezza “offensiva”, avevo finalmente trovato me stesso. Come un sipario che si apre sul palcoscenico della vita, come un sentiero nascosto che emerge all’improvviso. Ero sparito per sempre. Mi sono fatto strada, ho scoperto nuovi territori e altre possibilità.

È passato molto tempo, ma non ha fatto alcuna differenza. Mi sentivo legato a tutto e a tutti, ma in modo diverso.

Sapevo che la mia vita a casa non sarebbe stata più la stessa. Potevo vivere lì e, allo stesso tempo, essere su un’altra sponda.

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Informazioni sull'articolo

Data: Novembre 12, 2024
Autore / Autrice : Group of LOGON authors (Brazil)
Photo: by jplenio from pixabay CCO

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