Chi dovrei guardare?
Da che parte?
Dove andare?
– Taci, Figlio del Fuoco!
sussurra, quasi impercettibile, la voce interiore.
Ma l’insoddisfazione prende il posto dell’ansia dorata,
che mette in moto l’intero universo dell’essere.
L’inerzia si rafforza e si materializza nella protesta
e l’esistenza scorre sulla vita,
come un dito che disegna l’indesiderato
su uno schermo luminoso.
Ma tornano:
Chi dovrei guardare?
Cosa devo fare per arrivare dove ancora non lo so?
– Taci, Figlio del Fuoco!
sussurra la voce ovvia e intoccabile dei secoli.
Finché, in un attimo,
il silenzio stringe il legame
e scioglie i nodi.
E quel momento è il respiro dell’eternità.
Nessun luogo, nessuna persona, nessuna parte, nessuna direzione.
Il silenzio realizza.
L’amore è.