Graal o Anti-Graal

Il Medioevo ha prodotto due grandi opere d'arte che abbracciano un'intera epoca: la Divina Commedia di Dante e il Percival di Wolfram von Eschenbach.

Graal o Anti-Graal

Tuttavia, la differenza tra le due opere è che in Dante conosciamo una struttura staticamente equilibrata, mentre nella storia di Percival osserviamo figure ed eventi che si svolgono in modo dinamico.

Introduzione

Possiamo considerare la storia di Percival come uno dei più grandi tesori culturali e spirituali del suo tempo. Wolfram dipinge con immagini potenti il destino del personaggio Percival. Da un lato, ci troviamo di fronte a una vita affascinante ambientata in un passato lontano; dall’altro, ci viene mostrato un mondo in cui possiamo riconoscerci.

La storia del Graal non descrive semplicemente un’avventura, ma delinea con grande eloquenza una realtà spirituale, un mondo in divenire in cui anche l’uomo contemporaneo ha un ruolo da svolgere. Si potrebbe affermare che la storia del Graal continua e non è ancora giunta alla sua fine. La storia del Graal ha un potere germinativo: qualcosa di nuovo sta sempre crescendo e sbocciando ed è compito dell’uomo occuparsene.

Come Percival, anche nel nostro tempo molti sono alla ricerca del vero scopo della vita. Tutti i cercatori che hanno quest’obiettivo in mente sono quindi, per definizione, “cercatori del Graal”. Tuttavia, come Percival, molte volte il cercatore del Graal è portato fuori strada, e ciò conduce alla forza contraria dell’anti-Graal. L’azione delle forze opposte al Graal è particolarmente evidenziata nella storia di Von Eschenbach. In essa si legge che il grande avversario di Percival è il mago oscuro Klingsor. Su questa figura ci soffermeremo più avanti.

Percival sente nel suo essere un impulso irrefrenabile a cercare nel mondo delle tenebre la Verità e la Luce, e non smetterà di cercare finché non avrà trovato la sua meta, il suo destino. Non può rinunciare alla sua ricerca, perché allora agirebbe contro il suo stesso essere che lo guida. La strada per il Graal, per la liberazione dalle tenebre, è aperta a tutti; basta percorrerla davvero. Se consideriamo la storia di Percival in questo modo, possiamo parlare di un cammino d’iniziazione posto davanti a noi, un cammino non vincolato da tempi o luoghi e con un’eloquenza che era, è e sarà la stessa in tutte le epoche.

Fantasia esatta

Quando Chrétien, o Chrestien de Troyes, intorno al 1180, inviò al mondo il suo racconto Perceval ou le Conte du Graal, esso trovò un terreno fertile, perché dopo il suo racconto apparvero diverse storie del Graal. Questo di per sé è un fatto sorprendente.

Tutti gli autori che hanno contribuito alla narrazione del Graal sono esponenti di quella che si potrebbe definire “fantasia esatta”. Il termine “fantasia esatta” deriva da Goethe. Indica una fantasia che contiene un alto grado di verità. È in relazione con la “vita dello spirito libero”. Lo spirito che può operare nell’uomo è una capacità che non viene da lui stesso, ma si riceve dal cosmo. L’uomo è solo in grado di aprirsi a questa fonte d’ispirazione.

Lo spirito vivente è onnipresente. Ora, quando in un dato momento più persone si aprono a quello spirito vivente, è possibile che esprimano una stessa idea. Così gli interpreti del Graal non erano imitatori servili gli uni degli altri, ma aggiungevano le proprie esperienze animiche alle narrazioni esistenti. Si sentivano cavalieri della parola e in variazioni sempre nuove creavano un edificio che mostrava la vittoria dello Spirito sulla Terra.

Questi autori erano aperti alle forze spirituali presenti nell’atmosfera e costruirono sul seme ideato da De Troyes, seme che diede i suoi frutti per diversi secoli.

Nel 1190 apparve la storia della Coppa del Graal di Robert de Boron. Essa descrive come Giuseppe d’Arimetea abbia raccolto il sangue del crocifisso nella coppa che Cristo usò durante la Cena del Signore.

Un’altra opera uscì nel 1270. Si tratta di Jüngeren Titurel, di Albrecht von Scharfenberg. In essa si racconta la costruzione della fortezza del Graal e fornisce immagini impressionanti dei materiali utilizzati per la sua realizzazione.

La più nota narrazione del Graal è quella di Wolfram von Eschenbach, che nel XIII secolo completò l’opera iniziata da Chrétien. Chrétien dovette fare i conti con l’Inquisizione, motivo per cui la sua narrazione ha talvolta un taglio cattolico. Dipinge immagini quasi oniriche, che Wolfram approfondisce. Con Von Eschenbach, i personaggi sono più autentici, poiché la sua esperienza del Cristo era diversa: lo sentiva in carne e ossa, per così dire.

Per diversi secoli un flusso di forze ispiratrici attraversò l’Europa e condusse l’uomo medievale a imprese straordinarie, che però produssero anche un impulso contrastante. Con questo intendiamo la passione sfrenata che portò alle crociate e il fanatismo che volle sradicare i movimenti gnostici emergenti. Nel corso del tempo, quindi, anche nelle storie del Graal avvenne un declino, influenzato dal mutato stato dell’anima dell’uomo. Le immagini divennero impure e alla fine le storie sul Graal scomparvero per molto tempo.

Nomen omen est

Percival – il suo nome significa qualcosa come “penetrare nelle profondità della valle” – è il personaggio centrale. Non conosce il proprio nome, perché la madre l’ha sempre chiamato “buon figlio”. Il fatto che Percival non conosca il proprio nome indica che non era a conoscenza del proprio destino. È il figlio della vedova Herzoloyde, il cui marito era un cavaliere e ora vuole che il figlio non incontri il cavalierato.

“Figlio di una vedova” ha un significato occulto. La Madre Terra, la Terra Pestifera, aveva abbandonato l’originaria natura paterna, e le guide spirituali che si occupano del destino dell’umanità e la guidano, si fanno chiamare Figli della Vedova, come, ad esempio, il maestro del mondo Mani.

Struttura del racconto del Graal

Il racconto del Graal di Wolfram è strutturato in sedici parti e raffigura in splendide immagini l’intero destino di Percival e dell’umanità. Il numero 16 non è un numero arbitrario. Secondo Rudolf Steiner, il numero 16 si riferisce ai 16 diversi stati dell’anima che sono collegati al chakra della gola. Otto di questi stati animici si sono formati nel lontano passato, quando la coscienza era ancora spenta. Gli ultimi otto l’uomo deve svilupparli con le proprie forze. Per questo il Buddha parlò dell’ottuplice sentiero per acquisire determinate qualità nell’anima.

Le tre fasi

La storia presenta tre fasi di sviluppo: l’anima ottusa, il dubbio e la beatitudine. Percival non è un eroe di cartone, ma un essere umano in carne e ossa che, come noi, commette molti errori. Innanzitutto, inconsapevolmente e incautamente attraversa la vita come “Cavaliere Rosso” reagendo ancora interamente al suo essere sanguigno. Così facendo si carica di sensi di colpa. Poi è afflitto da un grande dubbio interiore su se stesso e su Dio. Poi, dopo il dubbio, raggiunge la sua destinazione finale come “Cavaliere Bianco del Graal”.

Vive con la madre in solitudine nel profondo di una foresta e non sa nulla del mondo che lo circonda. Veste con abiti da giullare, cioè non con gli abiti della natura ordinaria, e già questo indica il suo destino speciale: è chiamato a percorrere il sentiero dell’anima. Un giorno incontra i cavalieri di Re Artù nella foresta e ne rimane profondamente colpito. Vuole diventare cavaliere anche lui e si precipita dalla madre per chiederle un cavallo. La saluta, ignaro che dopo la sua partenza lei muore di dolore. Contrae così un debito verso se stesso.

Percival arriva alla corte di Re Artù. Sconfigge Ither, il Cavaliere Rosso, con un attacco avventato e indossa la sua armatura, lasciando i cavalieri presenti sbalorditi dallo stupore. Tutte le avventure che affronta rappresentano la cavalleria esteriore, ma il suo destino è determinato da Sigune, che rappresenta la sua voce interiore o coscienza. Sigune lo riconosce come suo nipote e gli dà il nome: Percival.

Nel frattempo ha trovato la sua sposa: Condwiramur, e questo nome significa: conduit à l’amour. È lei che gli mostra la via dell’amore, è lei che rappresenta la scintilla divina ancora latente nel suo cuore. Poco dopo il loro matrimonio, Percival le chiede di poter visitare sua madre. Sulla strada per raggiungere la madre (defunta), trova il Castello del Graal.

Percival visiterà il Castello del Graal due volte. La prima volta, però, non è ancora degno e partecipa inconsapevolmente al banchetto del Graal. Ci si aspetta che guarisca il re Anfortas malato, ma naturalmente non ci riesce.

Forse sapete che l’uomo di oggi è chiamato a un certo scopo elevato, anche se tutta la nostra vita consiste nel dimenticare questo scopo! In effetti, anche noi siamo invitati ogni giorno al cosiddetto banchetto del Graal, il che significa che ogni giorno, nel sonno, ci confrontiamo con forze che, poiché non ne siamo consapevoli, lasciano il nostro sistema senza essere elaborate.

Per partecipare alla Cena del Graal, come Percival, dobbiamo prima prepararci con cura, dobbiamo purificare il nostro cuore e aprire tutto il nostro sistema alle forze che ci arrivano dall’altra natura. Questo stato è uno sviluppo, un processo che deve essere completato passo dopo passo ed è possibile solo sulla base di un desiderio profondo! È il desiderio di tornare a essere integri, di voler guarire. Dobbiamo costruire il Graal da soli, per così dire, nel nostro sistema. Se rispetteremo le condizioni stabilite, saremo in grado di resistere e di utilizzare i poteri che ci verranno dati tramite il Cristo.

Questo processo è descritto con grande dettaglio e umorismo nella storia di Percival.

Percival incontra Sigune per la seconda volta dopo essere stato al Castello del Graal. Quando la donna viene a sapere che Percival non è riuscito a guarire Re Anfortas, s’infuria e lo rimprovera senza mezzi termini. Arriva poi al castello di Re Artù ed è raggiunto dalla vile Cundrie. Cundrie è l’incarnazione del suo astrale non ancora purificato, ha un aspetto cencioso, orecchie da orso e unghie da leone!

Come suo nipote Gawain, è sopraffatto da un’ondata di dolore.

Entrambi i cavalieri lasciano il banchetto di Re Artù con la coda tra le gambe e Percival passa alla seconda fase: il dubbio.

Percival e Gawain decidono di andare ognuno per la propria strada e il primo scompare temporaneamente dalla scena. Seguiamo ora le avventure di suo nipote Gawain, che svolge un ruolo speciale nella vita di Percival.

Gawain

Il nipote Gawain è il precursore e ha il compito di coprire tutti gli errori di Percival con il mantello dell’amore. Gawain è quindi la personificazione dell’attività del cuore, mentre Percival è la personificazione dell’attività della testa.

Non sentiamo più parlare di Percival, rimasto impigliato nei suoi pensieri. Wolfram dimostra così che la strada intrapresa da Percival come rappresentante del pensiero è un vicolo cieco. Sulla via della liberazione, testa e cuore devono lavorare insieme!

Gawain vive ogni tipo di avventura emozionante con belle damigelle; una meravigliosa trovata di Wolfram per rappresentare l’attività del cuore!

Gawain arriva anche nel castello magico del mago oscuro Klingsor, dove deve subire molti tormenti. Tuttavia, superate con successo le prove, diventa signore e padrone del castello e sconfigge il mago, che poi scompare. Grazie a questa impresa, Gawain libera le damigelle tenute prigioniere da Klingsor e si concede una serata allegra.

Trevrizen

Percival, tormentato dal dolore e dalla vergogna, sta ancora vagando nei boschi e, senza rendersene conto, si avvicina a Mont Salvat, dove si trova il Castello del Graal. Qui ingaggia una feroce battaglia con un Cavaliere del Graal che protegge la zona dagli invasori stranieri. Alla fine, il cavallo di Percival cade in un profondo burrone, il cavaliere del Graal scompare abbandonando il suo cavallo, che Percival prende in consegna. Si tratta di un evento importante: Wolfram mostra qui che la vecchia ispirazione su cui ha fatto affidamento, il suo cavallo, non c’è più e che è necessario intraprendere una nuova strada. Si sviluppa un nuovo tipo di coscienza.

Peacival si lascia guidare dal Cavallo del Graal e in questo modo trova l’eremita Trevrizent. Questo eremita è una figura importante per Percival. Qui Percival trova un orecchio comprensivo e, dopo avergli raccontato la propria situazione, viene confortato e rincuorato dall’eremita e ritrova la fede. Percival apprende che Trevrizent è il fratello del re  malato Anfortas, e si attende un cavaliere in grado di guarirlo. Scopre che doveva essere lui questo cavaliere e si vergogna profondamente del suo fallimento. Trevrizent lo conforta e gli dice di avere fiducia in Dio e nel suo destino.

L’incontro con l’eremita dà alla storia una svolta completamente diversa e Percival riparte pieno di speranza alla ricerca del Castello del Graal.

Testa, cuore e bacino

Chi intraprende il cammino dell’anima deve tenere presente che testa, cuore e bacino devono formare un’unità.

Gli esseri umani hanno tre livelli di coscienza: C’è una coscienza cerebrale e una coscienza del cuore, motivo per cui le persone possono essere classificate in tipi di pensiero e di sentimento, ma la motivazione di ogni azione proviene dal bacino, dove risiede il subconscio. In esso sono immagazzinate tutte le esperienze, le caratteristiche e i talenti delle incarnazioni precedenti. È il potere combinato del karma e dell’autoconservazione. Tutto questo forma la coscienza del bacino, che può essere descritta come una guida e una forza.

Unità di testa e di cuore

Quando i rappresentanti della testa e del cuore, Percival e Gawain, s’incontrano, nasce una feroce discussione, perché Percival non riconosce suo nipote. Rimane scioccato quando scopre di aver litigato con un membro della sua stessa famiglia e si offre come suo servitore. Così l’intelletto vuole subordinarsi al cuore, e allora Gawain gli dice che Percival ha sconfitto se stesso.

Questo è un fatto importante, perché la fusione tra testa e cuore è stata raggiunta. Il primo passo sul cammino dell’anima è diventato realtà con questo atto.

Ma la storia non finisce qui, perché la coscienza del bacino non è ancora stata sconfitta. Per raggiungere quest’obiettivo, c’è un confronto tra Percival e il suo fratellastro Feirefis.

Feirefis

Se si considera che tutte le persone che Percival incontra sono aspetti della sua personalità, l’intera storia del Graal diventa molto più chiara.

Il padre di Percival aveva avuto un figlio da un’altra donna ma Percival non ne era a conoscenza.

Quando Percival incontra il fratellastro Feirefis, rimane profondamente colpito dal suo aspetto.

Feirefis, come rappresentante della coscienza del bacino, è una persona potente, poiché è oscurato dalla ricchezza del suo passato. È la personificazione di tutte le precedenti incarnazioni. Segue una lotta all’ultimo sangue. Alla fine Percival spezza la sua spada sulla testa di Feirefis, la spada con cui aveva ucciso il cavaliere Ither, e rimane senza difese. Un momento cruciale!

Nessuno può combattere contro il subconscio e l’aiuto deve ora venire dall’esterno.

La spada era il simbolo della vecchia volontà, e ora si è spezzata.

Allora Percival fa l’unica cosa che può fare in questo momento: Si concentra sul suo atomo del cuore, sua moglie Condwiramur, o in altre parole, lascia che la Luce del Cristo fluisca nel suo essere, eliminando ogni resistenza!

Non poteva fare altro; qualcosa si era rotto ini lui e, poiché non c’è spazio vuoto, c’è spazio per qualcosa di nuovo. La Luce di Cristo gli offre la salvezza, perché non si può superare il subconscio senza aiuto.

Per Feirefis non c’è più onore da conquistare: Non combatte contro uomini disarmati.

Si siedono, iniziano a parlare e scoprono di essere fratellastri. Un momento molto importante, perché Percival ha ormai raggiunto l’unità tra testa, cuore e bacino, tra pensiero, sentimento e volontà! Ha vinto se stesso e ora deve recarsi rapidamente al Castello del Graal, dove potrà guarire Re Anfortas. Sulla strada incontrano Cundrie, che ora ha l’aspetto di un’incantevole signora. Ciò corrisponde all’astrale purificato di Percival, di cui Cundrie è la personificazione. Sulla strada, Percival incontra anche sua moglie Condwiramur con i loro due figli. L’intero gruppo si dirige verso il Castello del Graal.

Anfortas

Il re Anfortas aveva intrapreso la strada di “Cupido” in passato e, secondo suo fratello Trevrizent, non era il modo giusto per trovare una degna Regina del Graal.

Dovette pagare un prezzo elevato per questo e subì una ferita ai genitali che non poteva guarire finché non arrivava un cavaliere a curarlo.

Quando Percival arriva al Castello del Graal, dice ad Anfortas: “Signore, che cos’hai?”.

Il re ritrova immediatamente un colorito sano e guarisce.

Naturalmente, questo richiede una spiegazione.

Percival ha sconfitto se stesso e ora ha un chakra della gola perfetto. È in grado di utilizzare il dono della parola magica, ispirato dal potere del Graal, lo Spirito Santo. Le parole di Percival non sono più vibrazioni della gola, ma sono cariche del potere creativo di Cristo e possono essere curative per l’umanità. Allora la parola può veramente “prendere vita”. In questo modo, Percival, come rappresentante dell’uomo nuovo, può liberare il re dalla sua miseria.

L’unione con il fratellastro Feirefis ha permesso a Percival di raggiungere l’unità di pensiero, sentimento e volontà ed è diventato un maestro della pietra le cui azioni sono al servizio della Gnosi.

Il mago oscuro Klingsor

Dal Castello del Graal sul Mont Salvat, potenti forze spirituali si sono riversate nel mondo. Troviamo il loro impulso opposto nel castello del mago Klingsor, il signore del regno di Schastel Marveil. Il funzionamento delle forze opposte del Graal è reso particolarmente chiaro nel racconto del Graal di von Eschenbach. Qui, il mago Klingsor è il grande avversario di Percival.

Tutto ciò che Wolfram scrive sul regno capriccioso di Schastel Marveil è direttamente collegato alla natura luciferina del male.

La figura di Klingsor è basata su un personaggio storico: Steiner lo associa al Duca di Capua, mago che viveva vicino al vulcano Vesuvio.

Von Eschenbach racconta che Klingsor, quando arriva in Sicilia, si allea con la regina Iblis. Quando suo marito viene a sapere della loro relazione, condanna Klingsor all’evirazione.

Nella mitologia islamica, Iblis corrisponde alla figura di Lucifero e, poiché essere luciferino, non porta certo la salvezza a Klingsor!

Klingsor cerca inizialmente di diventare cavaliere del Graal, ma il vecchio re Titurel si accorge che il suo cuore è nero e rifiuta di nominarlo. Klingsor ne fu così infuriato che pronunciò con rabbia le seguenti parole:

“Se non posso servire il Graal, allora il Graal dovrà servire me!”.

Si trasforma quindi in un mago malvagio e cattura 400 dame e 4 regine che devono fermare i cavalieri nella loro ricerca del Castello del Graal.

Il Castello del Graal è difficile, anzi difficilissimo da trovare, ma il castello magico di Klingsor, il Castello anti-Graal, è costruito su una montagna e le radiazioni negative che emanano da esso si avvertono nelle immediate vicinanze.

Klingsor lancia un incantesimo e le persone che lo circondano sono costrette a seguire i suoi ordini. Con lui, tutto è al contrario: l’altro è lì per servirlo e il suo stesso astrale è attivo.

Klingsor aveva un dispositivo magico nel suo castello: una colonna con la quale si potevano vedere le cose del mondo fino a sei miglia di distanza. A differenza del Tempio del Santo Graal, dove ci si confronta con se stessi, nel castello di Klingsor vediamo l’altro estremo: qui si è costantemente esposti al mondo esterno che ci circonda. In altre parole, s’impara ogni sorta di cose sugli altri, ma si dimentica di esaminare se stessi.

Questa meravigliosa colonna non è forse presente anche nei nostri spazi? Vediamo quindi che la magia nera è ancora all’opera, e von Eschenbach era certamente un visionario in questo senso!

Il potere del male

La Sicilia, l’isola dove c’era il castello di Klingsor, aveva alcune caratteristiche che permettevano al mago di attivare i suoi poteri oscuri.

La storia del suo castello, Calta Bellotta o Kalot Embolot, risale a molto tempo prima di Cristo. Il costruttore era Dedalo di Atene, un geniale scultore e architetto. Il suo destino è legato a quello di Calta Bellotta perché perse il figlio Icaro, che volò troppo in alto con le ali costruite dal padre Dedalo e precipitò in mare.

Dal VII secolo, la Sicilia fu attaccata dagli arabi di Kairouan e un gruppo di maghi della setta Aissaou si stabilì nel castello di Calta Bellotta.

Questa setta eseguiva pratiche occulte che prevedevano torture crudeli ed esercizi di coscienza fino a prima della Seconda Guerra Mondiale.

Da questo castello diffusero la perniciosa cultura di Iblis, che era diretta contro il Graal. Il collegamento di Klingsor con l’essenza della cultura Iblis è uno degli sviluppi più dannosi di tutti gli sviluppi terreni. Ha portato a una disarmonia che ancora oggi si può osservare occultamente in Sicilia e ha un effetto oscuro sulla società moderna.

Condizioni del suolo

Le condizioni del suolo hanno una grande influenza sull’uomo, e non è un caso che la fortezza anti-Graal sia riuscita a stabilirsi in Sicilia. Qui si trova il più grande vulcano attivo d’Europa: l’Etna. La natura vulcanica del suolo è direttamente collegata al carattere morale dell’uomo. Dopotutto, la terra è un organismo vivente che può reagire ai disturbi psicologici dei suoi abitanti. La terra è composta di nove strati, ognuno dei quali ha le sue caratteristiche. Del cosmo oggi si sa tutto, ma della terra si conoscono solo pochi chilometri. Questo è un parallelo con l’uomo: sa molto delle altre cose, ma ha poca o nessuna conoscenza di sé!

Il compito dell’uomo sulla terra è della massima importanza, poiché egli si trova al centro tra le nove gerarchie angeliche e i nove strati terrestri sotto di lui. Forze elevate agiscono sulla terra dal cosmo, mentre le forze polari agiscono dalla terra verso l’alto. Quando la terra si raffreddò, queste forze fuggirono all’interno della terra e quando essa si solidificò, queste forze furono, per così dire, tenute prigioniere.

Dal sesto strato, la terra del fuoco, una serie di pozzi conduce a diverse parti della terra che formano i crateri vulcanici. Il settimo strato della terra è un vero e proprio riflesso di ciò che accade sulla terra a livello morale. Quando l’immoralità aumenta, le forze di questo strato si dissolvono e la terra del fuoco si mette in moto dando luogo a un’eruzione vulcanica.

L’ottavo strato è chiamato il distruttore: qui tutti gli organismi viventi si moltiplicano all’infinito dopo la morte. Questo strato è anche la sede della disarmonia e dell’immoralità. Se un mago nero riesce a raggiungere questo regno, la sua rabbia aumenta all’infinito.

Non sorprende che la Sicilia sia particolarmente adatta all’attività delle forze negative a causa del suo vulcanismo e del suo passato associato alle pratiche di magia nera.

Inoltre, non sorprende che un movimento antisociale o anticristiano come la mafia possa emergere in questo luogo.

Le forze opposte del Graal non possono creare nulla di proprio: si limitano a imitare, capovolgendo tutto.

Gli avversari del Graal non possono creare nulla di proprio, ma solo imitare e stravolgere tutto.

I cavalieri che volevano avvicinarsi al Graal dovevano riconoscere la meta sublime dell’amore. Per avvicinarsi all’amore, dovevano praticare le sette virtù cavalleresche, quattro inferiori e tre superiori: moderazione, coraggio, saggezza e giustizia le quattro inferiori; fede, speranza e amore le tre superiori.

Ebbene, nel nostro mondo vediamo che questi stati d’animo sono spesso invertiti ogni giorno: la verità è diventata menzogna e la menzogna è diventata verità!

Ma i cavalieri di Percival non si preoccupavano degli umili; liberavano il bello che c’era in loro stessi, nelle storie una bella damigella, e così scacciavano i propri demoni.

Forse è diventato chiaro che l’uomo moderno ha una grande responsabilità nei confronti di ciò che accade nel mondo. Deve decidere se vuole servire il Graal o l’anti-Graal.

Cristo ha detto: “Chi non è per me è contro di me”. Questo significa che chiunque non serva consapevolmente il Graal è, spesso inconsapevolmente, collegato all’anti-Graal ed è quindi legato ai poteri oscuri di Klingsor!!!

È meglio seguire le orme di Percival. Egli si è lasciato alle spalle le sue paure e le sue illusioni e ha portato a termine la sua ricerca. La sua via crucis è giunta al termine, per fondersi al centro del Nulla, dove si trova il Tutto divino. Il cavaliere rosso della spada da combattimento ha lasciato il posto al cavaliere bianco del Graal, che è in grado di brandire efficacemente la spada del Verbo.

Ill cammino di Percival verso il Graal è illustrato da una poesia di Mani, anch’egli figlio di una vedova:

Prendi la tua croce
E scuoti il mondo.
Liberati dai legami del sangue.
Sottometti il vecchio.
Percorri la via santa.
Dai spazio alla colomba con le ali bianche.
Non mettere nessun serpente accanto a lei.
Rallegrati, mio amato.

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Informazioni sull'articolo

Data: Dicembre 5, 2023
Autore / Autrice : Benita Kleiberg (Netherlands)
Photo: Elimende Inagella on Unsplash CCO

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