Giovanni Battista: il cammino nel deserto verso il risveglio del Figlio di Dio

Giovanni Battista: il cammino nel deserto verso il risveglio del Figlio di Dio

Giovanni Battista è colui che, nonostante ostacoli inimmaginabili, non smette di lavorare costantemente su se stesso.

In quei giorni Giovanni Battista predicava nel deserto della Giudea, dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (Matteo 3, 1-3).

Chi è questo straordinario servitore? Questa nobile personalità terrena che, con uno sforzo sovrumano, si sforza di diventare un “uomo umile”, in modo da preparare un posto per l’Uomo-Dio? Colui che pone la sua testa, il suo “io”, sotto la scure, al fine di cooperare pienamente nel processo di risveglio del vero Figlio di Dio dal suo sonno terreno?

In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. (Matteo 11:11)

Giovanni Battista è colui che, nonostante ostacoli inimmaginabili, non smette di lavorare costantemente su se stesso. Supera tutti gli ostacoli, avvicinandosi passo dopo passo alla meta. E la meta non è per se stesso, né per la perfezione della propria personalità. Giovanni lavora per l’Altro dentro di lui, per Gesù.

Lui deve crescere; io, invece, diminuire. (Giovanni 3:30)

Lavora in solitudine, senza guardare agli altri, perché nel deserto, dove le anime umane sono immerse nella letargia, pochi percorrono questa strada. E nessuno potrebbe fare questo lavoro al posto suo; Giovanni deve farlo da solo. Deve dedicarsi completamente a esso.

Persino i Sublimi Fratelli che hanno percorso questa strada prima di lui e che sono il suo insostituibile sostegno non possono svolgere questo sacro lavoro al posto suo. Lui lo sa. Ha vissuto troppo nel ciclo della nascita e della morte per illudersi ancora. Va avanti, senza aspettarsi né lodi né ricompense.

Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. (Marco 1:6)

Giovanni sa anche che su questa strada non c’è spazio per i compromessi. La verità non ha ombre; non esistono mezze verità, verità incomplete o verità “alternative”. È quindi intransigente nel perseguire il suo obiettivo. Non teme nemmeno il temibile Erode, ma lo affronta direttamente con l’accusa che egli agisce contro la Legge di Dio.

Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». (Marco 6:18).

Egli rimprovera Erode! Erode che incuteva un tale timore che nessun altro osava nemmeno accennare al suo comportamento malvagio. Giovanni aveva infatti riconosciuto Erode dentro di sé; sapeva cosa significasse cercare di scendere a compromessi con il mondo dell’effimero. Sapeva che significava “uccidere i bambini”, cioè spegnere i raggi di Luce che stavano emergendo dentro di sé.

Giovanni è un uomo d’azione, di azione liberatoria. È proprio attraverso l’agire e l’esperienza che acquisisce la conoscenza di come percorrere il Sentiero e quale passo compiere dopo. La sua normale coscienza naturale non riesce a cogliere ciò che corona questo percorso.

Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Matteo 11:2-3)

La mente umana ordinaria non è in grado di comprendere questa vibrazione elevata. Giovanni ha smesso da tempo di illudersi di poterla comprendere con la sua mente naturale. Questa azione liberatoria sprigiona la conoscenza che scaturisce dalla Gnosi, che lo rassicura e lo rafforza nel perseguire il suo obiettivo.

Questo magnifico lavoratore nella vigna del Signore è consapevole che rendere diritti i sentieri del Signore è un lavoro arduo di purificazione e preparazione. In primo luogo, bisogna purificare il proprio io interiore da tutte le influenze astrali e mentali inappropriate, al fine di creare uno spazio interiore di silenzio, dove i sussurri di Dio diventano sempre più chiaramente udibili e la trasformazione dell’uomo viene compiuta dalla Luce.

Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. (Matteo 3:11)

Giovanni sa che l’uomo naturale non può trasformarsi da solo: può solo abbandonare tutto e dire con piena fiducia: «Non la mia volontà, ma la tua sia fatta». E così, gradualmente, l’Altro, Gesù, si rivela al momento opportuno, e Giovanni si abbandona a lui senza esitazione.

Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. (Matteo 3:13-15)

Rimane quindi solo il passo finale: quando Giovanni appoggia volontariamente la sua testa, il suo “io”, sul ceppo. Lo fa con la piena convinzione che, dopo tutto questo arduo lavoro, il vero Figlio di Dio risorgerà in tutta la sua pienezza e unità.

Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». (Matteo 3:16-17)

Non c’è ricompensa più grande per chi lavora nel deserto di questo momento!

Hai già intrapreso questo cammino di Giovanni?

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Informazioni sull'articolo

Data: Ottobre 25, 2025
Autore / Autrice : Leszek Michta (Poland)
Photo: Joanna Cesarz-Krzystanek

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