L’uomo? Questa non è una domanda,
un dilemma puramente contemplativo.
Un ponte collega la luce e l’oscurità.
Atemporalità avvolta in un bozzolo di tempo.
Disteso sulla dualità della mente,
sballottato qua e là dai suoi bisogni ambigui,
l’uomo, colpevole, sonnecchia profondamente in noi,
e si risveglia ancor più profondamente.
Si sforza di distinguere
l’immaginato dall’impercettibile
e non riconosce i suoi occhi,
ma sospetta vagamente che esistano.
È un supporto per ogni terremoto,
apparentemente imperturbabile e indifferente;
ma raggiungerà la sua massima crescita
solo quando sarà in ginocchio.
Solo la vanità in lui emerge,
quando è solennemente eretto…
L’uomo?! Creatura sacra, senza dubbio,
ma ogni passo lo smentisce.