Pensieri: possiamo provare a cacciarli via o a ignorarli, e a volte sembra che funzioni, ma alla fine non serve. A volte sembrano sacchi di vecchie patate o brandelli di nebbia semivuoti che invadono la mia testa. Solo fare un salto in aria aiuta!
Non li vedo a occhio nudo, ma sin dalla mia infanzia so che sono lì. Mi toccano e mi attraversano, si insinuano o si nascondono. Riempiono tutta la mia stanza con le loro strane forme. Sono vivi, ne sono sicuro! Sono creature pensanti e la loro presenza mi preoccupa. Cosa sono? Da dove vengono e chi li controlla? Alcuni sembrano sacchi di patate, stravaganti e paffuti, altri sono lunghi, pallidi e condiscendenti. Alcuni rimangono tutto il tempo al limite della mia coscienza, manifestando comunque la loro presenza. Ci sono esseri nebulosi, splendidamente colorati, che mi allietano, ma sovente altri li sovrastano e cercano di conquistarmi.
Alcuni passano velocemente, e non riesco a trattenerli; altri mi invadono per così tanto tempo che vorrei scappare, ma non posso. Sussurrano o urlano, mi tirano e mi spingono, mi esaltano o mi riducono all’eccesso. Cosa fanno tutti questi pensieri nella mia stanza? Ci sono persone che dicono: «Devi solo guardarli, e non connetterti a loro». Suona molto bene e a volte cerco di farlo, ma per quanto tempo possiamo resistere? Dopo un attimo riprendono i loro piccoli giochi.
Ci sono persone che dicono: «Dobbiamo avere soltanto pensieri positivi». Talvolta ci provo, ma per quanto tempo possiamo resistere? In meno di niente, tutto riprende il suo corso normale.
Posso provare a catturarli, a cacciarli via o a ignorarli, e a volte sembra funzionare per un po’, ma alla fine non c’è nulla che possa aiutarmi. Di recente ne ho quasi catturato uno e ho passato così tanto tempo ad analizzarlo che ero esausto. E questo è tutto, penso: assorbono così tanta energia ma non riesco a immaginare quale sia l’obiettivo. Non abbiamo tutta questa energia per sprecarla in cose inutili! Certo, ci sono anche cose utili su cui riflettere, come la migliore strada da percorrere, o la lista della spesa, ad esempio, ma è solo una piccola parte. Questi pensieri non mi infastidiscono: sono lì quando servono e soddisfano il loro scopo. Il resto sembra un guazzabuglio, e potrebbe essere il 99%.
In me vive un’aspirazione a una vita di pensieri elevati. Vorrei nutrire sempre pensieri pacifici, pieni di comprensione e gentilezza per lasciare una traccia d’oro ovunque vada, a disposizione di chi ne abbia bisogno. Sarebbero felici senza sapere perché, solo perché sono stato lì.
E la cosa migliore sarebbe se non me ne accorgessi nemmeno io.
Mi chiedo: è un ideale realizzabile, o devo lavorarci su? E nel frattempo, cosa sto facendo in questa stanza sovraffollata? Pensare a questo affollamento non mi aiuta.
Forse il salto che vorrei fare è troppo alto, come a volte qualcuno mi suggerisce. Tuttavia, quando il bene è in basso può essere facilmente afferrato; ma deve esserci anche un bene superiore, per cui bisogna saltare, fare uno sforzo. E all’improvviso, come se una mela dorata mi cadesse nelle mani, ho una buona idea. È solo un pensiero, ma non ho bisogno di chiedere da dove viene. Sembra che viva in me, al suo posto giusto. Ed è qualcosa che conosco bene e di cui mi dicevo sempre: «Hai mai guardato in questo modo?» Sì, improvvisamente mi vengono in mente pensieri di natura diversa, intuizioni, idee e possibilità di cui finora non avevo cognizione! Immagini cristalline, intuizioni profonde, complete e inaspettate.
Questo è veramente utile. Vedo improvvisamente un sacco di cose che riguardano solo me. Com’è possibile? Qual è quella cosa speciale che mi è così vicina che non riesco a vederla? L’inclinazione ad approfondire l’origine degli esseri-pensiero passa in secondo piano. Ancora non conosco la risposta, ma ne conosco molte altre. E quello che volevo fare per gli altri ora è stato fatto per me. Come se una traccia dorata apparisse in me, e a cui posso saziare la mia sete.
Reference: This article first appeared in Pentagram 2019 number 2